Sgominata la gang che svaligiava le ville nel Nord Italia. Vivevano tutti nell’hinterland

I quattro, albanesi, già in carcere per altri reati, secondo gli investigatori avevano messo a segno almeno una cinquantina di colpi. Il covo era in un garage a Vaprio

Nel blitz i carabinieri di Verona, Pioltello, San Donato e Abbiategrasso

Hanno operato insieme i carabinieri di Verona, Pioltello, San Donato e Abbiategrasso.

Pioltello (Milano) – Il covo della banda era in un garage a Vaprio. Dietro la cler, l’auto di grossa cilindrata rubata prima di cominciare la raffica di colpi nel Nord Italia, in Veneto, a Verona, il grosso dei raid in ville e appartamenti, ma anche a Brescia, Vicenza e fino a La Spezia, in tutto una cinquantina di episodi. Quattro le ordinanze di custodia cautelare in carcere per i membri dell’organizzazione criminale, che abitavano nell’hinterland, sgominata dai carabinieri della città scaligera con il supporto dei colleghi di Pioltello, San Donato e Abbiategrasso.

Il gruppo usava un metodo rodato, da maestri consumati dello scasso, il bolide impiegato per raggiungere il bersaglio in origine era arancione, ma loro l’avevano dipinta di nero per non dare nell’occhio. È solo uno dei tanti accorgimenti che raccontano come i quattro di origini albanesi non avessero trascurato nessun dettaglio. La macchina era sempre la stessa, ma le targhe, no, cambiavano ogni volta e venivano prelevate da auto rubate poche ore prima del colpo per non avere problemi a eventuali posti di blocco: in molti casi i proprietari non si erano neanche accorti che il mezzo era stato razziato e non avevano ancora sporto denuncia.

Niente possibilità di tracciarli, dunque. Ma la scaltrezza aveva raggiunto punte di finezza non comuni: i quattro avevano arricchito la pulsantiera sul cruscotto della loro fuori serie con un bottone che spegneva solo i fari dietro, per evitare identificazioni. Ma è stata proprio la macchina a mettere in moto l’indagine che ha portato alla loro cattura, durante un’incursione a Verona. Un vicino del derubato l’aveva descritta agli investigatori. È cominciato così un lavoro certosino di ricostruzione finito con le manette ai loro polsi, il blitz è scattato di notte.

A casa degli arrestati sono stati trovati gioielli, borse e tantissimi profumi più 400 grammi di hashish, 13 proiettili d’arma da fuoco e un’altra auto con la quale volevano sostituire la solita. Per tutti, fra i 30 e i 40 anni, l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione. Non dimenticavamo mai di indossare guanti, berretti e mascherine. Ma non è bastato. La prima stima del bottino ammonterebbe a 50mila euro, ma è in corso una perizia.

Solo in Veneto al gruppo sono stati addebitati 26 episodi, di cui 13 a Verona e in provincia, ma l’ipotesi è abbiano agito almeno il doppio delle volte in un lasso di tempo molto rapido, due mesi e mezzo. Sempre con la stesso copione: sceglievano un territorio, lontano da casa dove non volevano guai, e lo ripulivano. Poi passavano oltre.

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