
Silvio Berlusconi e Adriano Galliani
Milano, 3 maggio 2017 - Fino a pochi mesi fa Adriano Galliani girava il mondo alla ricerca di campioni o talenti emergenti da comprare o portare nel suo Milan («Prima di prendere Deulofeu sono andato a vederlo quattro volte, senza farlo sapere a nessuno e pagando il biglietto come tutti per mischiarmi fra i tifosi in tribuna», ha confidato ad amici con un pizzico d’orgoglio); da ieri, ufficialmente, nel nuovo ufficio di via Paleocapa 3 (dove è stato seguito dalla sua “storica“ segretaria Cristina Moschetta) dovrà provare a vendere, fra l’altro, ville e immobili del suo grande amico Silvio Berlusconi.
All’alba dei 73 anni (li compirà il prossimo 30 luglio), dopo aver metabolizzato nelle ultime due settimane un distacco tanto doloroso quanto necessario (quello dal suo Milan), guai a parlare di pensione, perché il manager brianzolo è pronto a ripartire con una nuova avventura. E sempre al fianco del Biscione, cui è legato dal lontanissimo 1979, prima come socio di Elettronica Industriale, poi in qualità di amministratore delegato di Mediaset e infine da vicepresidente vicario del Milan. Galliani dirigente rossonero aveva il contratto con Fininvest fino al 2019, adesso invece si sa che resterà nella galassia del gruppo ancora (almeno) per un lustro, visto che la settimana scorsa, come previsto, è stato nominato presidente delle società immobiliari della holding della famiglia Berlusconi, un settore assai caro all’ex premier e alla sua famiglia. «I sentimenti non si misurano con le cariche, resto sempre tifoso del Milan, del Monza e dell’Armani - ripeteva Galliani negli ultimi giorni -. Mica si gufa perché abbiamo venduto». La realtà è che dopo 31 anni di Milan e 42 di calcio, potrà parlare di pallone allo stadio (è tornato contro l’Empoli, lo si rivedrà domenica sera in Milan-Roma) o a cena con gli amici di sempre, perché gli affari riguardano ben altro. Vero, la speranza è quella di riprendersi almeno la poltrona in Lega Calcio (ci vorranno però un po’ di mesi, perché si è appena insediato il “commissario” Tavecchio), così per adesso Galliani dovrà occuparsi di mattone e delle due società immobiliari che fanno capo a Fininvest di cui è diventato presidente.
La prima è Fininvest Gestione e Servizi, controllata al 100% dalla holding, e che gestisce, tra i vari beni, Villa Gernetto (la reggia-ateneo dell’ex Cavaliere a Lesmo, presa con l’ambizioso progetto di farne l’Università del pensiero liberale e ora diventato l’incubo della famiglia Berlusconi. Costata, ristrutturazioni comprese, oltre 80 milioni di euro, è stata stimata 51 milioni ma non trova nè compratori nè inquilini) ed alcuni cinema, ma non Villa Certosa; la seconda si chiama Edilizia Alta Italia, società istituita per lo sviluppo del progetto immobiliare Costa Turchese, nei pressi di Olbia, congelato ormai da anni dopo che vennero comprati terreni per realizzare un villaggio vacanze. Siccome negli anni le leggi sulla edificabilità sulle coste sarde sono cambiate più volte, il progetto è sempre stato variato. Così sui terreni si era insediato con le sue pecore un pastore, Paolo Murgia, che per anni ha fatto cause a Berlusconi vincendone pure alcune per avere l’usucapione di quello spazio. Dopo aver fatto “miracoli” col pallone, adesso a Galliani viene chiesto di farne altri col mattone. E lui certo non poteva dire di no all’amico Silvio...