
Davide Zanellato, titolare del negozio di cravatte Andrew’s Ties in Galleria
di Massimiliano Mingoia
L’ultima chiamata al Comune risale allo scorso 16 gennaio. Non è servita. "Ce ne siamo dovuti andare". Parola di Davide Zanellato, titolare insieme ai suoi familiari del negozio di cravatte Andrew’s Ties in Galleria. Il locale nel Salotto è già stato svuotato tra mercoledì e ieri. Non c’è più neanche una cravatta. Un segno inequivocabile che la famiglia Zanellato ha deciso di mollare. Suo malgrado e con rammarico. Ma la situazione del negozio, in tempi di emergenza coronavirus e di crisi economica, era diventata insostenibile.
Zanellato, intanto, racconta: "Il contratto di affitto ci scadeva lo scorso maggio, il Comune ce l’ha prorogato di un anno vista la situazione di emergenza sanitaria ed economica. Poco meno di 15 giorni fa abbiamo chiesto un incontro al Comune. Volevamo capire se l’amministrazione avesse intenzione di prevedere degli sconti sui canoni di affitto. Il motivo? Non riusciamo più ad andare avanti e a far tornare i conti. Il pagamento degli ultimi tre trimestri del 2020 è stato sospeso da Palazzo Marino, ma dovrà essere versato in massimo 36 rate. Il canone del primo trimestre del 2021, invece, il Comune lo vuole versato nei tempi canonici e senza nessun tipo di riduzione. Così non riusciamo ad andare avanti. E martedì, durante l’incontro che avevamo richiesto, il settore Demanio ci ha detto che non sono previsti sconti sugli affitti in Galleria".
Risultato: addio Galleria. "Più restiamo, più ci indebitiamo – spiega Zanellato –. Impensabile proseguire a queste condizioni. Nel 2020 abbiamo avuto una mancata cassa di un milione di euro a fronte di un canone di affitto annuo di 264 mila euro". I conti non tornano. Dopo quasi trent’anni di attività, dunque, Andrew’s Ties lascia il suo spazio nel Salotto dei milanesi. Un brutto segno per tutte le attività familiari presenti in Galleria. Se non ci sarà un’inversione di tendenza – leggi: aumento degli affari in Galleria e nel centro storico – altri negozi potrebbero decidere di arrendersi e pensare a un Piano B, lontano da una Galleria in cui i canoni d’affitto sono troppo cari per tempi dagli incassi in netto calo rispetto al periodo pre-Covid. A meno di essere una multinazionale capace di aspettare tempi migliori.
Il Comune, intanto, ha deciso di costituirsi davanti al Tar per resistere ai ricorsi presentati da alcuni negozi – Cadè, Luisa Spagnoli, Mejana e Verga – della Galleria, che contestano i 2.899,81 euro per metro quadrato fissati dalla Giunta per il rinnovo degli affitti in Galleria. L’ultima costituzione in giudizio dopo un giudizio del Tar avverso al Comune è quella che riguarda lo spazio occupato da Verga.