MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Galleria, bandi vinti ma spazi vuoti Ultimatum del Comune a Damiani

Damiani, Armani e Fendi hanno conquistato tre locali prima del Covid ma ancora non pagano l’affitto. La Giunta alla gioielleria: o firmi o sei fuori. Iter lungo per gli altri 2 marchi per "questioni tecniche"

di Massimiliano Mingoia

Hanno conquistato tre spazi in Galleria Vittorio Emanuele prima della pandemia e promesso di pagare affitti milionari, ma più di un anno dopo non hanno ancora aperto i loro showroom nel Salotto dei milanesi e non hanno versato neanche un euro finora al Comune, proprietario della Galleria. Parliamo di Damiani (per Rolex), Armani e Fendi. Tre marchi importanti che in tempi pre-coronavirus puntavano a conquistare “un posto al sole’’ nel Salotto senza badare a spese. Ma poi è arrivata l’emergenza sanitaria e la situazione si è complicata. In ogni caso l’iter lungo, lunghissimo per l’apertura dei tre spazi dipende anche da questioni tecniche. Vediamo nel dettaglio.

Il 14 febbraio 2020 Damiani, che in questo caso rappresenta il marchio di orologi di extralusso Rolex, si è aggiudicato lo spazio ex Stefanel di 473 metri quadrati con un affidamento diretto da parte del Comune, dopo un bando andato deserto: l’accordo prevede un canone di affitto annuo di 875 mila euro, pari alla base d’asta che era stata fissata nella gara. Damiani, dopo l’affidamento con trattativa diretta, avrebbe dovuto firmare il contratto, ma ciò non non è ancora avvenuto. A parziale scusante del marchio, va detto che i lavori necessari per congiungere i piani assegnati sono particolarmente complessi e c’era bisogno di un permesso da parte dei Vigili del Fuoco, un adempimento che ha rallentato l’iter per la firma del contratto.

Ma un intoppo non tale da giustificare un ritardo del genere. Tanto che si racconta di una certa irritazione dei vertici dell’assessorato al Demanio guidato da Roberto Tasca. Non a caso, il Comune ha convocato i rappresentanti della gioielleria la settimana prossima per sbloccare la situazione: o Damiani firma il contratto e inizia a pagare il canone d’affitto o il Comune procederà con la rescissione del contratto. Una sorta di ultimatum. Ma c’è un altro elemento a complicare ulteriormente il quadro. Secondo alcune indiscrezioni, Damiani avrebbe già venduto il proprio marchio a John Richmond. Non ci sono conferme ufficiali. La situazione sarà più chiara tra qualche giorno, dopo l’incontro con il Comune.

Passiamo allo spazio conquistato l’8 novembre 2019 da Giorgio Armani Retail, 302 mq dove una volta c’era la Tim, con vetrine molto vicine all’Ottagono della Galleria. Canone d’affitto annuo da 1,9 milioni di euro. Perché il marchio italiano di alta moda non ha ancora aperto, quasi 18 mesi dopo l’asta caratterizzata da 24 rilanci? Il Comune e la maison aspettavano il via libera della Sovrintendenza a un progetto che prevede la realizzazione di alcuni lavori per l’utilizzo del piano interrato. Il sì della Sovrintendenza è arrivato di recente – riferiscono da Palazzo Marino – e Armani dovrebbe firmare il contratto e iniziare a pagare l’affitto in tempi non troppo lunghi.

L’ultimo caso, invece, riguarda Fendi, che il 17 febbraio 2020 si è aggiudicato due vetrine e 336 mq in Galleria dopo un’asta con 36 rilanci: la maison ha conquistato lo spazio offrendo 2.450.000 euro (la base d’asta era di 872 mila euro). Ma quei locali sono ancora vuoti, un anno e quattro mesi dopo. Il motivo? Questioni tecniche, anche in questo ormai risolte, riferiscono dal Comune. A quanto pare – secondo alcuni boatos – nei piani alti c’erano ancora gli uffici di alcuni gruppi politici presenti in Consiglio comunale e dunque l’accordo tra la Giunta e Fendi era di procedere con i lavori e aprire lo spazio in Galleria una volta liberati quei locali ai piani superiori.

Prima dell’inizio dell’emergenza Covid, c’era stata anche un’altra asta milionaria, che riguardava lo spazio ormai ex Versace all’Ottagono. Il 17 febbraio 2020, quei 253 mq se li è aggiudicati Christian Dior grazie a un’offerta di poco più di cinque milioni di euro di affitto annuo dopo un’asta con 38 rilanci. Nel caso di Dior, però, lo spazio è stato aperto lo scorso febbraio. Tant’è. Per quanto riguarda gli altri spazi ancora vuoti in Galleria – ad esempio quelli prima occupati da Mejana, Massimo Dutti, Zadi-Andrew’s Ties, Ruggeri – il Comune ha già lanciato delle gare e in alcuni casi già ricevuto offerte. Segnali di ripresa per il Salotto dei milanesi.