Al Gallaratese le case popolari diventano opere d’arte: ecco tutti i maxi murales

Milano, cinque street artist di fama mondiale hanno dato una nuova faccia al quartiere grazie all’impegno della Fondazione Pini

L'opera "Frequency and rhythm" del duo di street artist argentine Medianeras

L'opera "Frequency and rhythm" del duo di street artist argentine Medianeras

Milano – Cinque grandi murales animano altrettante facciate dei palazzi popolari del Gallaratese, nella periferia nord ovest di Milano. Le opere – che decorano gli edifici intorno ai Giardini dei maialini, tra via Consolini e via Appennini – sono state inaugurate nella mattina di oggi, sabato 28 ottobre, nel corso della giornata conclusiva di Manifestival, progetto di arte urbana promossa dalla Fondazione Arrigo e Pia Pini, con il contributo di Fondazione di Comunità Milano.

L'opera "Equilibrio Dinamico" di Nabla and Zibe
L'opera "Equilibrio Dinamico" di Nabla and Zibe

Tre dei cinque murales sono stati appena realizzati mentre altri due sono stati completati nei mesi passati, tutti portano la firma di artiste donne di fama internazionale. Gli ultimi tre murales del progetto sono stati realizzati a ottobre dal duo artistico Nabla&Zibe, che, con l'opera “Equilibrio dinamico”, hanno indagato il tema della natura e delle radici del quartiere Gallaratese puntando sull’acqua, elemento che richiama lo storico Molino Dorino

L'opera di Leticia Mandragora al Gallaratese
L'opera di Leticia Mandragora al Gallaratese

Il due di artiste argentine Medianeras ha celebrato la forza della musica e della cultura visiva come elemento di aggregazione giovanile con “Frequency&Rhythm”, e la street artist olandese  di fama mondiale Judith De Leeuw, in arte Jdl, ha realizzato “Atlas”, un omaggio alle figure femminili che reggono il quartiere, il mondo.

L'opera "Atlas" di Judith De Leeuw, in arte Jdl
L'opera "Atlas" di Judith De Leeuw, in arte Jdl

Le urban artist BTOY  hanno realizzato invece "Il viaggio”, che pone al centro la memoria delle case popolari del Gallaratese, tra vocazione abitativa e impegno per i diritti. 

È dedicata, infine, allo sport come strumento di integrazione e di riscatto, l'opera della urban artist Leticia Mandragora, che propone una riflessione intorno al linguaggio del corpo e ai valori dello sport, capaci di abbattere le barriere.