
di Monica Autunno
Le operaie al lavoro negli anni ’50 e ’60, nei grandi capannoni dello stabilimento. Una tavolata in mensa, e una grande foto di gruppo dei dipendenti con le loro famiglie. Foto dei dirigenti. Il volto del patron Egidio Galbani. Documenti e verbali. Lo sguardo curioso e attento di una delegazione cinese in visita all’industria italiana del Bel Paese. Video d’epoca sui monitor, e un percorso multicolore fra etichette e carte da involucro, gadget "pop", promozioni.
Il Bel Paese protagonista. Ma nel primo Novecento sulle tavole impazzano anche Quartirolo e Taleggio, formaggini, Robiola, Stracchino, e prodotti oggi raccontati solo da colorati packaging d’epoca, come il Formaggio dei casoni lombardi, il Formaggio Salame al pepe, "Albinia", "Cicio" e "Rex". L’atrio del cinema Arcadia come location, la mostra, "Galbani: l’archivio ritrovato. Dal Bel Paese al Carosello", un evento; 140 anni di storia dell’azienda in una selezione dell’Archivio storico Galbani. Il vernissage ieri, alla presenza del sindaco Antonio Fusè e dell’amministrazione, del direttore marketing Galbani Formaggi Mauro Frantellizzi, di Vittorio Fiore del gruppo francese Lactalis, e del curatore Andrea Tomasetig, storico e studioso, da mesi "speleologo" nella miniera dei documenti e delle immagini, "selezionare è stata dura". "Pensate - così Frantellizzi - alla storia che c’è dietro questo materiale. A Egidio Galbani, che nel 1882 prende in mano l’azienda paterna, e va in Francia a studiare la preparazione del “formaggio di lusso”. Nel 1906 nasceva il Bel Paese. Nel 1911 apriva la grande azienda a Melzo". "Questo archivio - così Tomasetig - è come una miniera in cui ho dovuto scavare. Negli anni Trenta le prime campagne pubblicitarie erano del grande grafico Foà". Negli anni Cinquanta e Sessanta i rivoluzionari spot su Carosello, "con l’apporto del grande Mario Soldati. E poi testimonial come Paolo Panelli, Ugo Tognazzi, Johnny Dorelli. Formula rigorosa: 115 secondi di storiella, 20 di pubblicità. Dall’estero ci guardavano strano: ma funzionava". Involucri, cartoline e i gadget: "Colorati, io direi pop. Se Andy Warhol li avesse visti, li avrebbe usati al posto della zuppa Campbell". Qualcosa di "pop" nel Bel Paese ha visto Maurizio Cattelan, "che nel 1994 con il marchio del formaggio ha decorato un tappeto". "Siamo infinitamente orgogliosi di questa mostra e di questa realtà" - ha commentato il sindaco Antonio Fusè.