
Nell’inchiesta saranno coinvolti anche gli specialisti del Nucleo tutela patrimonio culturale
Milano 3 marzo 2019 - La pista interna resta quella privilegiata, almeno in questa fase preliminare. E del resto non potrebbe essere altrimenti: alla Scala si accede soltanto dai tornelli, attivabili con un badge; senza dimenticare che nello spogliatoio femminile, sempre chiuso a chiave, possono entrare solo le dipendenti del teatro e gli addetti a pulizia e manutenzione. Sono appena iniziate le indagini dei carabinieri sul misterioso furto denunciato giovedì da una musicista del Piermarini, come raccontato ieri dal Giorno: qualcuno ha forzato il lucchetto dell’armadietto e ha rubato un violino «Antoniazzi» e un archetto «Fetique» per un valore di 27.600 euro. Del caso si stanno occupando i militari della Compagnia Duomo, anche se non è escluso un coinvolgimento a breve degli specialisti del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Monza, esperti nel ritrovamento di opere d’arte, reperti archeologici e oggetti di pregio: nel 2006, ad esempio, furono loro a rinvenire una viola del ’500 da 5 milioni di euro sparita nel 1980.
L’inchiesta partirà dall’analisi dei filmati registrati dal circuito interno di videosorveglianza, in particolare delle telecamere posizionate nei corridoi che portano al locale spogliatoio: il periodo di tempo da scandagliare, stando alle indicazioni fornite dalla 56enne derubata, va dalle 10 del 25 febbraio alle 10 del 28 febbraio, cioè dal momento in cui la violinista ha chiuso a chiave il suo strumento a quello in cui ha ritrovato l’armadietto scassinato e vuoto. Chi ha colpito, ne sembrano convinti gli investigatori dell’Arma, è andato a colpo sicuro, ben conoscendo le abitudini della donna. Di contro, gli esperti del settore fanno notare che un violino da 30mila euro non è certo un pezzo pregiato in grado di stuzzicare gli appetiti di un collezionista: «È uno degli strumenti meno costosi tra quelli che abbiamo attualmente nella nostra orchestra», sottolinea uno scaligero di lunga data. Non è esclusa al momento neppure l’ipotesi di un gesto non legato a un potenziale guadagno economico, quanto piuttosto a un dispetto nei confronti della collega derubata. In ogni caso, i carabinieri scandaglieranno pure i possibili canali di ricettazione, che spesso e volentieri portano alla patria del violino, Cremona. «Difficile che lo trovino, le altre volte non è mai successo», lo scetticismo di un altro musicista.