Furto milionario a Ecclestone, tre condanne. Dove è finito il bottino?

Undici a anni a Jugoslav Jovanovic, due in meno ai lombardi Alessandro Donati e Alessandro Maltese

Tamara e Bernie Ecclestone

Tamara e Bernie Ecclestone

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Undici anni di carcere all’italiano di origine sinti Jugoslav Jovanovic, 23enne ma già con grande esperienza di furti e truffe. Otto anni e 9 mesi a Alessandro Donati, 44 e Alessandro Maltese, 45, entrambi lombardi. Il terzetto è stato condannato da una corte di giustizia inglese per l’incredibile colpo del secolo da 20 milioni di sterline più o meno, nella villa londinese di Tamara Ecclestone, l’ex modella unica erede del miliardario Bernie, boss della Formula Uno.

Nei mesi scorsi sia Donati che Maltese avevano ammesso le proprie responsabilità e così l’accusa aveva derubricato il capo di imputazione riconoscendoli semplici partecipi invece che promotori della spedizione londinese. Perché la banda, (il cui capo “Daniel Vukovic“ con molti alias compreso Alfredo Lindsey), resta tuttora imprendibile, è accusata di aver messo a segno altri due colpi, sempre negli stessi giorni di dicembre di due anni fa, ai danni di altri vip come l’ex giocatore del Chelsea Frank Lampard e del defunto magnate thailandese già presidente di un’altra squadra di calcio, il Leicester. In particolare, davanti all’Isleworth Crown Court Donati aveva ammesso di avere derubato valori, gioielli e denaro dalle abitazioni di Ecclestone e del prorpietario del Leicester, lo stesso aveva fatto il suo amico Maltese. Arrestati in Italia su mandato di cattura europeo nell’ottobre 2020 e poi estradati, davanti alla Corte avevano ammesso di essere colpevoli dei furti del 10 e del 13 dicembre 2019. Forzando una finestra erano riusciti - insieme ai complici - a entrare nella residenza del proprietario del Leicester e ad aprire più cassaforti contenenti denaro (45mila sterline) e sette preziosi orologi Patek-Philippe. Tre giorni dopo c’era stato il colpo nella villa di Ecclestone e del marito Jay Rutland. Qui la banda era riuscita ad aprire una sola cassaforte delle quattro presenti e a portar via gioielli, orologi e denaro contante per diversi milioni di sterline. "Non presenteremo ricorso perché si tratta di una pena corretta. Il mio assistito sconterà la condanna in Italia come prevede il provvedimento della corte d’appello di Milano”, ha spiegato l’avvocato Angelo Pariani, difensore di Donati.

Un anno fa la stessa Corte inglese ha invece assolto la coppia madre-figlio che la London City Police accusava di aver supportato la trasferta londinese della gang: la romena Maria Mester, che aveva pure postato un selfie con due orecchini della Ecclestone e suo figlio Emil Savastru, che aveva affittato con Airbnb l’alloggio per la banda nei giorni di metà dicembre 2019. La Corte ha però creduto a Mester che ha giurato di essere solo una “escort“ ingaggiata da un cliente gentile per una vacanza ben pagata nella capitale inglese (quegli orecchini, ha detto, erano un suo regalo). E Mester, in effetti, ripartì dalla capitale inglese insieme all’ultimo uomo della banda, la “primula rossa“ Vukovic-Lindsey, che poi si rifugiò in Serbia, probabilmente con il bottino.

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