Furti milionari a Milano: il “Vecchio” e i sudamericani alleati

Una batteria di malviventi svaligiava i negozi di lusso del centro. In due anni almeno 16 colpi, ad Arluno un laboratorio per disattivare gli antifurto

La gang in azione in un negozio di Milano

La gang in azione in un negozio di Milano

Milano, 22 novembre 2019 - Alla fine, la banda dai due volti è finita in galera. Dai due volti, sì. Organizzazione e professionalità (criminali) da un lato. Sufficienza ed errori madornali dall’altro. Errori peraltro ben accetti dagli agenti della Squadra mobile di Milano, che, anche grazie a quelle leggerezze, sono riusciti a incastrare uno a uno i sei componenti dell’associazione a delinquere che tra aprile 2017 e maggio 2018 avrebbe svaligiato almeno 16 tra profumerie e negozi di abbigliamento e telefonia nel centro di Milano, per un bottino vicino agli 800mila euro.

A capo della batteria c’era Walter Bonafini, pluripregiudicato di 67 anni già bloccato dalla polizia nell’ottobre scorso per due raid da 160mila euro: il «Vecchio», così era soprannominato dai complici, aveva allestito ad Arluno un’officina ad hoc per esercitarsi a riprodurre chiavi e inventare sistemi per disattivare gli allarmi (come l’involucro di polistirolo ritrovato dagli investigatori durante un sopralluogo). L’uomo guidava una gang di sudamericani, pure loro ammanettati ieri dagli uomini dell’Antirapine, coordinati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Francesco Giustolisi: in manette il peruviano ventinovenne Jonathan Luis Chavez Sanchez e quattro cileni, tra cui l’altro presunto leader Christian Mauricio Pavez Sanchez di 44 anni e i due Barrera, padre e figlio, rispettivamente di 62 e 28 anni; ancora ricercato il settimo destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare, che tuttavia non è stato ritenuto dal gip Teresa De Pascale parte organica del gruppo.

L’indagine , coordinata dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Francesca Crupi, ha avuto inizio la mattina del 19 marzo 2018, quando i proprietari della profumeria Mabel di via Pisani, in zona Repubblica, hanno chiamato il 112 per denunciare il furto di svariate confezioni di profumi per un valore stimato di 300-400mila euro, nonché la sparizione dei 21.500 euro in cassa e dell’unità di memoria dell’impianto di videosorveglianza.

Gli investigatori sono partiti dall’analisi delle telecamere installate nella zona e hanno subito individuato Bonafini, che si è recato sul posto (primo errore) a bordo della sua Ford Fiesta bianca. Via via sono stati identificati tutti gli altri membri della batteria: a tradire Chavez Sanchez è stato il tatuaggio a forma di pistola poco sopra il gluteo destro, immortalato dagli occhi elettronici interni di due esercizi commerciali «visitati» in piazza Tricolore e via Mussi. Barrera Torres, invece, ha pensato bene di portarsi dietro il suo barboncino nel colpo del 14 febbraio 2018, quando sparirono dal Matchless Store 91 capi d’abbigliamento, compresi pezzi unici autografati da celebrità del cinema; lo stesso barboncino al quale era abbracciato in una foto postata su Facebook.  

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