
Il "furbetto" è stato smascherato e mandato via. Il Comune ha risolto il contratto di locazione a canone convenzionato di un appartamento di via Eugenio Colorni 4 nel quartiere di Merezzate, tra la zona di Santa Giulia e viale Ungheria, che veniva utilizzato in modo irregolare e affittato a turisti in modo temporaneo. L’utilizzo irregolare dell’immobile era emerso la scorsa settimana dopo la pubblicazione di alcuni annunci sulla piattaforma Airbnb. Il Comune di Milano, come spiega una nota, ha immediatamente avviato le procedure di controllo attraverso la piena collaborazione con Redo Sgr, società che gestisce gli immobili di Merezzate dedicati agli affitti a canone convenzionato, ed è emerso che l’appartamento è stato utilizzato illecitamente dall’inquilino nel corso degli ultimi mesi. Per questo motivo è stato deciso di procedere alla risoluzione del contratto. È attualmente in corso la verifica su un altro caso in cui l’appartamento in questione è stato acquistato dall’inquilino a prezzo convenzionato e poi affittato per locazioni turistiche e brevi, senza poterlo fare. "Abbiamo deciso di intervenire immediatamente perché riteniamo non accettabile l’utilizzo irregolare degli appartamenti destinati all’affitto a canone convenzionato o alla vendita convenzionata – spiega Pierfrancesco Maran, assessore alla Casa –. È una vicenda che viola le regole e lo spirito dell’housing sociale, per questo manterremo alta l’attenzione se dovessero emergere nuovi casi".
In passato è capitato che case popolari venissero non solo affittate ma anche trasformate in “bed and breakfast“. Alloggi ma anche cantine, come emerso a gennaio del 2019 in via Zamagna 4, nel quartiere di San Siro.
Alla scala F del caseggiato Aler era intervenuta la polizia trovando cinque intrusi in un alloggio del primo piano e altri quattro nelle cantine. Un italiano di 54 anni è stato indagato per occupazione abusiva e resistenza. Il sospetto era che affittasse i posti letto a disperati in cerca di una sistemazione, senza uno straccio di permesso. Nel suo alloggio c’erano infatti quattro egiziani, due di 19 anni, uno di 21 e l’altro di 22. Le cantine erano invece diventate la dimora di due italiani diciottenni e di due croati di 37 e 53 anni.
Un mese dopo, era il febbraio del 2019, era stato scoperto un altro “bed and breakfast“ abusivo sempre in una casa Aler di piazza Gabriele Rosa al Corvetto. Un posto aperto da circa un anno, con nove posti letto a 150-200 euro al mese, con viavai continuo. L’ostello era utilizzato da ragazzi e ragazze appena arrivati in città per lavoro o per motivi di studio. A gestire la struttura, totalmente sconosciuta e per di più ricavata all’interno di due appartamenti Aler vuoti e lastrati, ci pensava un imbianchino disoccupato di 57 anni che aveva sfondato il muro tra il suo alloggio e quello di fianco, ricavando la porta d’ingresso all’area B&B.
M.V.