Funerali di Salvatore Ligresti, familiari e amici nella chiesa di Sant'Angelo / FOTO

Pochi volti noti all'ultimo saluto all'immobiliarista, assenti i politici e il mondo della finanza

I funerali di Salvatore Ligrestri

I funerali di Salvatore Ligrestri

Milano, 17 maggio 2018 - Circa 400 persone hanno riempito la chiesa di Sant'Angelo a Milano, dove nel pomeriggio si sono celebrati i funerali di Salvatore Ligresti, costruttore e imprenditore morto martedì scorso all'età di 86 anni, per decenni uno degli uomini più potenti d'Italia.

In prima fila per l'ultimo saluto c'erano i familiari, a partire dai figli Paolo, Jonella e Giulia Maria e dal fratello Antoninino, e poi tantissimi amici ed ex collaboratori dell'Ingegnere. Ha disertato l'ultimo saluto il mondo della finanza, in cui tanto Ligresti ha contato prima delle sue disavventure giudiziarie, e della politica, a cui si è appoggiato per costruire il suo impero, crollato sotto il peso dei debiti e di una gestione familistica nel 2012. Pochi i volti noti: gli imprenditori Paolo Berlusconi, Beniamino Gavio e Diego Della Valle, i parlamentari di Fdi Ignazio La Russa e Daniela Santanché, l'ex sindaco socialista di Milano Paolo Pillitteri,  il presidente di Coima Res Manfredi Catella, erede di molti dei progetti immobiliari di Ligresti, e poi alcuni storici manager della 'famiglia', da Antonio Talarico a Fausto Marchionni. "La generosità, l'altruismo, l'amicizia vera si vedono nei momenti difficili e non solo all'apice della carriera. È facile essere amici quando tutto va per il verso giusto, più difficile quando c'è qualche intoppo», ha ricordato nell'omelia padre Roberto mentre dai figli e dai nipoti, che hanno letto alcuni massaggi alla fine della funzione, sono arrivate parole di grande affetto e stima verso quello che hanno definito "un grandissimo uomo" e "un grande padre e imprenditore". "Papà sei un grande, lo sarai sempre, ti voglio tantissimo bene e ci mancherai da morire", hanno detto la figlia Giulia e la sorella Jonella. "Caro nonno mi mancherai tanto, mi ricordo quando mi prendevi in spalle al Tanka (il tanka Village, uno dei resort dei Ligresti, ndr), buona fortuna in cielo. Quando eri giovane hai costruito tanti palazzi, mezza Milano, e così penserò sempre a te", il messaggio letto dalla nipote più giovane. "Un grande padre e un grande imprenditore", anche per il figlio Paolo, che ha ricordato gli "anni bui in Svizzera", dove si era stabilito ai tempi delle inchieste giudiziarie (da cui è uscito senza macchie). "Ho lottato per uscirne bene ed ero arrabbiato perché non sei mai venuto a trovarmi e questo mi è dispiaciuto molto. Però due giorni fa quando ti stringevo la mano e in quel momento te ne sei andato con la tua mano sulla mia, ho capito che in questi anni mi hai fatto crescere".

La bara, ricoperta di rose bianche, è entrata in chiesa accompagnata dalle musiche del 'Gladiatore' ed è uscita tra gli applausi dei presenti. E il ricordo di 'Don Salvatore', siciliano di Paternò, si è concentrato sul grande amore per la famiglia e sulla dedizione al lavoro, trascurando le ombre imprenditoriali e giudiziarie - i fallimenti delle holding immobiliari, la crisi di Fonsai ma anche due condanne, una per corruzione ai tempi di Tangentopoli, e una più recente per falso in bilancio e aggiotaggio - in cui è incappato nel corso della sua carriera. "Salvatore è stato un visionario che ha dedicato tutta la sua vita al lavoro e alla famiglia e che ha costruito uno dei più grandi gruppi imprenditoriali, specialmente per la nostra città", ha detto padre Roberto, ricordandone il "grande cuore" e "l'amore che elargiva anche alle persone che lavoravano con lui". Mentre Ignazio La Russa, la cui famiglia è legata da generazioni a quella "onesta e laboriosa" dei Ligresti, lo ha definito un "uomo buono e generoso", mosso "prima di tutto" dall'amore per la famiglia e ne ha ricordato "la capacità di lavorare in maniera indefessa".La domenica "caricava i figli sulla macchina a li portava a vedere i cantieri, quello che lui stava costruendo per Milano".