Le urla e i gemiti, il fuoco e il fumo nell’inferno di lamiere, plastica e cemento sotto il cavalcavia di Mestre. L’inglese come lingua universale per comunicare con i giovani feriti ancora coscienti e per tranquillizzarli in mezzo al caos. Federica Stella, dirigente medico della centrale operativa del 118 della Ulss 3 serenissima, l’azienda sanitaria del territorio, ripercorre le fasi drammatiche dell’intervento. E la corsa per portare in salvo i feriti, distribuendoli negli ospedali veneti. "Una situazione molto difficile e caotica – spiega – che è stata gestita in maniera encomiabile grazie alla responsabilità di tutti". Federica è arrivata come secondo mezzo sul posto, e insieme ai colleghi ha assunto il coordinamento della componente sanitaria. "Erano pazienti con traumi e alcuni con grandi ustioni – racconta – quando ci siamo accorti che erano stranieri abbiamo usato l’inglese come lingua per comunicare con loro e per coordinare i soccorsi". Definisce, con gergo tecnico, una "dinamica estremamente importante" quella dell’incidente, perché "al trauma dovuto alla precipitazione si è unita l’ustione, con scenari complessi dal punto di vista clinico. Gestire le emergenze, seppur non di queste dimensioni – conclude – è la nostra quotidianità. Per questo ci siamo trovati preparati".
a. g.