"Fraternità per lo studio" sfila al Pirellone

Le parrocchie di Pioltello hanno ideato un progetto finanziato dalla Regione per aiutare i ragazzi dai 10 ai 17 anni a non abbandonare gli studi e a stringere legami di comunità. Un esempio di interventi mirati alla promozione per ridurre le disuguaglianze.

"Fraternità per lo studio" sfila al Pirellone

"Fraternità per lo studio" sfila al Pirellone

"Fraternità per lo studio", il progetto delle parrocchie pioltellesi per ragazzi dai 10 ai 17 anni finanziato dalla Regione, sfila al Pirellone fra le eccellenze lombarde di Hub generazione giovani. A idearlo, don Giacomo Roncari, l’obiettivo, "aiutare gli studenti a non abbandonare i banchi e a stringere legami di comunità". "Un esempio" per l’assessore regionale alla partita Lara Magoni e per monsignor Maurizio Gervasoni, delegato per la pastorale giovanile in Lombardia, che hanno accolto i protagonisti di iniziative sostenute con fondi pubblici, due i bandi in questione La Lombardia è dei giovani e Giovani Smart. Il doposcuola che non si occupa solo di compiti, ma anche di irrobustire rapporti familiari minacciati dalla fragilità, si è guadagnato un posto di riguardo nel ventaglio delle azioni che combattono il disagio. Piano piano ha riempito gli oratori di casa – Maria Regina e Sant’Andrea – e col tempo è diventato una comunità nella comunità che si ritrova il pomeriggio e che ha avviato un percorso oltre "le nostre mura e i nostri ragazzi" con i docenti al lavoro in città che hanno inviato alle parrocchie una sessantina di minori a rischio. È nato tutto durante il primo, durissimo, lockdown, ma il bisogno c’era e il progetto ora fa parte di Giovani in cammino, il piano di Odielle (Oratori Diocesi Lombarde) sostenuto dal Pirellone per contrastare i problemi degli adolescenti: coinvolge in tutto un centinaio di partecipanti. Un passo avanti verso lo scopo di ridurre le disuguaglianze con interventi mirati alla promozione. Pioltello è diventato così il laboratorio di un esperimento che ha riflessi anche sui genitori, spesso in condizioni difficili e costretti a lasciare soli i figli durante lunghi turni in fabbrica.

Barbara Calderola