Non amava le interviste, ma non si tirava mai indietro. Dopo qualche passo claudicante ci raggiungeva serio, con la schiena dritta, pronto a rispondere a ogni singola domanda. E già dopo poche parole - misurate sempre con precisione, ricercate con cura - si apriva in un sorriso generoso e continuava il suo discorso, senza tentennamenti, dilungandosi, spiegando. Perché amava più il ruolo dell'insegnante, dell'educatore. E lo interpretava anche da rettore dell'università Cattolica di Milano, la sua casa.
Così anche stamattina, alle 10.30 in punto, aspettavamo Franco Anelli. Avrebbe introdotto il convegno su "Disabilità e povertà nelle famiglie italiane" con Cbm Italia e Caritas. Gli avremmo fatto qualche prima domanda sulla chiusura del suo mandato, avevamo già chiesto formalmente (come amava lui) un'intervista per raccogliere il suo "bilancio", per disegnare con lui i possibili scenari della sua università perché dopo tre mandati si apprestava a consegnare il timone nelle mani del suo successore. E invece il buio, l'assenza, il silenzio.
La notizia della sua morte ha sconvolto tutti, anche noi, che fatichiamo a trovare le parole e pure le domande. E che cerchiamo di ricordare le sue ultime risposte anche davanti agli scenari più futuristici, come quando – senza lasciarsi intimorire dalle parole del guru dei robot umanoidi, Hiroshima Ishiguro – rilanciava da Largo Gemelli, che "Ishiguro ci ha dato uno squarcio interessante, stimolante e anche, per qualche aspetto, inquietante, come tutte le incertezze di fronte agli sviluppi vertiginosi dell’intelligenza artificiale e della creazione di robot umanoidi". Ma su questi temi "le università non possono attendere che le cose avvengano, devono confrontarsi, studiare i fenomeni, capirli".
E comunque sia l'insegnante resterà sempre al centro, "insostituibile": "Solo guardando le persone negli occhi si capiscono bisogni, si cercano di intuire le capacità, i talenti da sviluppare e le debolezze da confortare". Oggi, a Milano e non solo, in tanti vorrebbero incrociare i suoi occhi.