SIMONA BALLATORE
Cronaca

Franco Anelli, il rettore riservato e gentile che amava insegnare ai ragazzi

Milano, il ricordo del docente di Diritto privato, prossimo alla scadenza del terzo mandato alla Cattolica, trovato morto. “Solo guardando le persone negli occhi si capiscono bisogni, talenti e fragilità”

Non amava le interviste, ma non si tirava mai indietro. Dopo qualche passo claudicante ci raggiungeva serio, con la schiena dritta, pronto a rispondere a ogni singola domanda. E già dopo poche parole - misurate sempre con precisione, ricercate con cura - si apriva in un sorriso generoso e continuava il suo discorso, senza tentennamenti, dilungandosi, spiegando. Perché amava più il ruolo dell'insegnante, dell'educatore. E lo interpretava anche da rettore dell'università Cattolica di Milano, la sua casa.

Franco Anelli
Franco Anelli

Così anche stamattina, alle 10.30 in punto, aspettavamo Franco Anelli. Avrebbe introdotto il convegno su "Disabilità e povertà nelle famiglie italiane" con Cbm Italia e Caritas. Gli avremmo fatto qualche prima domanda sulla chiusura del suo mandato, avevamo già chiesto formalmente (come amava lui) un'intervista per raccogliere il suo "bilancio", per disegnare con lui i possibili scenari della sua università perché dopo tre mandati si apprestava a consegnare il timone nelle mani del suo successore. E invece il buio, l'assenza, il silenzio.

La notizia della sua morte ha sconvolto tutti, anche noi, che fatichiamo a trovare le parole e pure le domande. E che cerchiamo di ricordare le sue ultime risposte anche davanti agli scenari più futuristici, come quando – senza lasciarsi intimorire dalle parole del guru dei robot umanoidi, Hiroshima Ishiguro –  rilanciava da Largo Gemelli, che "Ishiguro ci ha dato uno squarcio interessante, stimolante e anche, per qualche aspetto, inquietante, come tutte le incertezze di fronte agli sviluppi vertiginosi dell’intelligenza artificiale e della creazione di robot umanoidi". Ma su questi temi "le università non possono attendere che le cose avvengano, devono confrontarsi, studiare i fenomeni, capirli".

E comunque sia l'insegnante resterà sempre al centro, "insostituibile": "Solo guardando le persone negli occhi si capiscono bisogni, si cercano di intuire le capacità, i talenti da sviluppare e le debolezze da confortare". Oggi, a Milano e non solo, in tanti vorrebbero incrociare i suoi occhi.