
Milanesi che fanno sport all’aperto nei parchi
Milano, 15 novembre 2020 - Allenarsi all’aria aperta. Fra corsa, tappetini sull’erba, elastici, trazioni, i parchi cittadini sono diventati i nuovi templi dello sport, dopo la serrata alle palestre decisa prima dal Dpcm del 25 ottobre e confermata dal decreto attuale, in vigore dal 6 novembre. Una «mazzata» per gli operatori del fitness che devono ancora smaltire le conseguenze del primo lockdown ma anche per gli appassionati di attività fisica, rimasti orfani della loro «seconda casa». Chi non si è fatto vincere dallo sconforto o dalla paura sfrutta le temperature di un autunno mite e la concessione del decreto – valido fino al 3 dicembre – che autorizza a fare attività motoria outdoor, anche in zona rossa, purché «individualmente e in prossimità della propria abitazione» come precisa il sito del Governo.
Laura Bruzual, studentessa di Antropologia culturale di 24 anni, è appassionata di ginnastica funzionale e viene tutti i santi giorni ai giardini pubblici Indro Montanelli. L’attività fisica è un vero amore, già messo alla prova quando abitava in Venezuela: «Nel mio Paese d’origine abbiamo vissuto oltre sette mesi di lockdown duro e puro. Se non sono impazzita è perché mi sono messa a fare training nel parcheggio sotto casa. Poi mi sono trasferita a Milano per l’università ma appena sono arrivata è scattato lo stop alle palestre. E così ho continuato a fare corpo libero al parco. Il che è una doppia sfida: di inventiva – perché la sequenza di esercizi bisogna inventarsela, non c’è la scheda della palestra già pronta. E di forza interiore: è tutta una questione di volontà, non c’è nessuno che ti sproni…».
Nell’area munita di barre e attrezzi al parco di zona Palestro brilla l’astro di Jamiel Mohamed Conteh, una specie di Jury Chechi africano con il fisico scolpito nell’ebano. Anche se lui, originario della Sierra Leone, 29 anni, chiarisce di non essere un ginnasta ma un personal trainer, con il sogno nel cassetto di diventare un fighter di Mma. «Personalmente mi alleno sei ore al giorno. Inizio con 100 piegamenti alla mattina e ne faccio altrettanti la sera…». Così si fa del proprio corpo un’opera d’arte. Giovanni Sanmarco, 26 anni, trainer alla Virgin, al parco Ravizza – in zona Bocconi - usa le bande elastiche per non far atrofizzare le braccia:
«Elastici a resistenza differente simulano il carico dei pesi. E per tonificare la parte dorsale è indispensabile il Trx, le cinghie per l’allenamento in sospensione» suggerisce. Fare sport è anche un modo per non pensare al ristoro per i liberi professionisti come lui, rimasti senza lavoro: «Dovrei averne diritto ma non c’è nulla di certo. Per ora sto andando avanti coi miei risparmi». Gennaro Ragusta è diventato habitué del Parco Calisthenics, in zona Morivione, attrezzato con parallele, panche, anelli, quadro svedese: «Ero abituato ad andare in palestra 4 volte alla settimana. Se non faccio sport mi sento male. Mi sono dovuto adeguare a far ginnastica all’aperto. Qui mancano solo i pesi ma mi arrangio con le casse delle bottiglie d’acqua…».