ACHILLE
Cronaca

Fine dell’ecobonus e politiche green, i rischi per il settore edilizio

Il Presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, critica le politiche restrittive sul settore edilizio e i costi della direttiva green, mettendo in discussione il valore della casa e l'impatto economico sulle famiglie italiane.

Fine dell’ecobonus e politiche green, i rischi per il settore edilizio

Il Presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, critica le politiche restrittive sul settore edilizio e i costi della direttiva green, mettendo in discussione il valore della casa e l'impatto economico sulle famiglie italiane.

Colombo Clerici*

Il tema della casa, come abitazione e come bene economico, è stato affrontato a tutto campo nel convegno di Assoedilizia del 22 novembre. Mentre va dato atto al Governo di una coerenza nell’affrontare le questioni nodali, dell’Imu prima casa, della patrimoniale, della riforma del catasto, dell’imposta di successione, va anche detto che le adottate politiche restrittive nel sistema di incentivi edilizi, indotte dalle esigenze di bilancio, possono portare a compromettere il valore casa, divenuto invece sempre più centrale nell’economia delle famiglie e del Paese. Stimiamo in 1.000 miliardi i costi di attuazione della direttiva green per gli italiani. Il suo recepimento da parte dell’Italia potrebbe significare per molti dover svendere la casa. Ciò che colpisce è l’approssimazione con cui ci si muove nell’Ue, chiedendo all’Italia, con territorio, storia, cultura, clima completamente diversi da quelli di gran parte degli Stati membri, di investire una quota enorme del Pil senza alcuna certezza di offrire un significativo contributo al minor consumo energetico planetario. Basti pensare alla fretta con cui sono stati installati costosissimi cappotti termici i cui effetti negativi, in termini di muffe e umidità, sono stati assai maggiori di quelli derivanti dal minor consumo di combustibili. Dietro a tutto questo c’è una forte pressione della green economy, iniziata nel 2019 con lo statement della Business Roundtable, proseguita nel 2021 con l’impegno del Gfanz, costituito dai 450 maggiori gruppi finanziari mondiali, investendo 110mila miliardi di finanziamento legato, in buona sostanza, all’ottica di portare all’indebitamento del mondo intero. E già ora la situazione è grave. In base ai dati presentati in anteprima al convegno la percentuale annua dei costi di gestione, manutenzione e fiscali va dal 5% all’8% del valore di ricostruzione (con un modesto deprezzamento per vetustà), dato che non ha senso parametrarsi ai valori di mercato. Davvero troppo.

*Presidente Assoedilizia