
Andrea Palermo con la figlia nel giorno del primo compleanno
Milano – Il caso verrà esaminato nel giro di pochi giorni: la decisione potrebbe arrivare già a metà della prossima settimana. Del resto, la tutela della quattordicenne portata undici anni fa in Spagna dalla madre, Carlotta Morri, è una questione della massima urgenza.
Attualmente, l’adolescente si trova in una struttura protetta di Barcellona, dove la quarantenne è stata bloccata giovedì dopo un viaggio in autobus da Valencia per evitare l’arresto per sottrazione di minore e sequestro di persona. Al momento, non è ancora chiaro se a pronunciarsi debbano essere i giudici catalani o quelli madrileni: la portata sovranazionale del caso potrebbe dirottare il procedimento nella capitale iberica. In ogni caso, il Tribunale dovrà decidere in primo luogo se la minorenne deve restare in Spagna o se può tornare in Italia.
Un verdetto estremamente delicato, che vede al centro una quattordicenne con la madre in carcere e il padre Andrea Palermo, assistito dall’avvocato Valentina Marchesi, che non ha mai smesso di cercarla ma che lei ha visto per l’ultima volta a tre anni. Stando a quanto risulta, è ancora in vigore il provvedimento del Tribunale civile di Milano datato 15 ottobre 2014 , che ha disposto il rintraccio della minorenne, “anche tramite le forze dell’ordine”, e il collocamento in una casa famiglia. Quindi, i giudici spagnoli potrebbero prenderne atto, disponendo il rientro della quattordicenne nel suo Paese di origine.
Sì, perché quel provvedimento non è mai stato eseguito. All’epoca non ce ne fu il tempo, perché M. sparì nel nulla con la mamma. Per capire come si arrivò a quel punto, bisogna fare un passo indietro alla fine del 2011. A pochi mesi dalla nascita della loro figlia, Morri e Palermo si separano. Il 27 marzo 2012, come si ricostruisce nell’ordinanza di custodia cautelare che tre giorni fa ha portato in cella la donna e il nuovo compagno Giovanni Azzoni, il Tribunale per i minorenni di Milano dispone l’affidamento della minore a entrambi i genitori, “con collocamento prevalente presso la madre e ampia facoltà di incontro con il padre”. A cavallo tra 2012 e 2013, Palermo sporge diverse querele nei confronti della ex per inosservanza del provvedimento, poiché la donna “si era allontanata, portando con sé la figlia, senza lasciare recapiti”, nonché per diffamazione e calunnia. A sua volta, Morri denuncia l’uomo per maltrattamenti, stalking e violenza sessuale, dando vita a un procedimento che verrà archiviato il 16 dicembre 2013.
Nel frattempo, Palermo ha già presentato ricorso, “segnalando di non vedere la figlia dal dicembre 2012 e chiedendo l’affidamento esclusivo della minore, nonché la regolamentazione con modalità protette degli incontri” tra M. e la madre. Il 2 gennaio 2014, i giudici dispongono l’affidamento della minore al Comune di Milano, “con collocamento presso la madre, autorizzando quest’ultima a mantenere riservato il proprio indirizzo, e la regolamentazione degli incontri tra la bambina e il padre in spazio neutro con modalità protette”. Non basta: viene anche disposto un approfondimento psico-diagnostico sulla minore e sui genitori,”per accertare i loro tratti di personalità ed eventuali carenze o connotazioni tali da incidere sulle competenze genitoriali”.
Due mesi dopo, i Servizi sociali informano il Tribunale che Morri non vive più in Lombardia (si è trasferita a Bologna) e che non ha comunicato il nuovo indirizzo: così è impossibile, spiegano, “avviare l’indagine psicodiagnostica su madre e figlia”. Il 16 maggio, i giudici, preso atto dell’archiviazione dell’indagine su Palermo, prescrivono a Morri di comunicare al Comune il domicilio e di accompagnare la figlia agli incontri col padre. Ce ne sarà solo uno, il 25 luglio 2014. Poi madre e figlia scompaiono.