SIMONA BALLATORE
Cronaca

Tempo di libri, tempo di 'reset': a marzo fiera al Portello con volti nuovi

La svolta di Levi, eletto presidente dell’Associazione italiana editori

Tempo di Libri lascia Rho Fiera

Milano, 29 giugno 2017 - Nuovo presidente dell’Associazione Italiana Editori, nuovo direttore artistico di Tempo di Libri, nuove date. Per l’edizione numero due della fiera del libro milanese cambia pure la location: addio ai padiglioni di Rho, si trasloca al Portello. Gli editori hanno deciso di premere sul tasto “reset”, mettendo mano all’avventura milanese sin dalla prefazione, cambiando strategia.

«Guardiamo avanti, non mi piace guardare indietro: appuntamento dall’8 al 12 marzo con Andrea Kerbaker», annuncia il neo-presidente dell’Aie, Ricardo Franco Levi, il giorno stesso della sua investitura. Che avrebbe preso in mano lui le redini della storica associazione di categoria lo si sapeva già da un mesetto, quando l’assemblea degli editori lo aveva candidato quasi all’unanimità, sganciandosi da Federico Motta dopo la «disfatta milanese» e il trionfo del Salone del Libro torinese. «Il presidente, come sempre, si prende le colpe del caso, ma tutto è stato deciso da organi e gruppi di lavoro, non ho mai preso scelte da solo», ricorda il past president Motta lasciando il testimone a Levi, giornalista e politico che ha dato il nome anche alla legge sul prezzo del libro. «Ripartiamo da Milano – sottolinea Levi, ringraziando il predecessore e l’associazione che lo ha chiamato a prendere in mano le redini – coinvolgeremo tutte le istituzioni culturali, dall’Accademia Scala ai musei. Cambiamo sede per avvicinarci alla città e creiamo più collegamenti con BookCity, che si svolgerà a novembre: saranno i due appuntamenti fissi della città del libro. A Milano avremo la prima fiera del libro dell’anno, la prima in cui sarà possibile lo scambio dei diritti».

Parole d’ordine dialogo, diplomazia. Con Torino e con Roma. Non sono mancate le chiamate alla squadra torinese – «A Nicola Lagioia e Massimo Bray ho chiesto solo una cosa: fate un salone ancora più bello» – e pure al ministro Dario Franceschini, che sembra avere apprezzato il cambio di date. «Ben vengano più fiori possibili che non si facciano ombra – sottolinea Levi –. C’è spazio non per due ma per tanti saloni e tante feste del libro, da Mantova a Roma, da Trento a Napoli sino a Piacenza col Festival del Diritto inventato da Stefano Rodotà».

Il vero cruccio di queste settimane è stato trovare date disponibili in un calendario fitto: il Salone sabaudo, forte del record di presenze, aveva subito blindato maggio e Milano Fiera (che detiene il 51% delle quote della Fabbrica del Libro, società creata con Aie a settembre dello scorso anno per organizzare la manifestazione) fra moda e mobile ha dovuto giocare a Tetris. Marzo approvato, si dovrà capire se Cartoomics, il salone del fumetto, – che aveva opzionato le stesse date, ma fra i padiglioni di Rho – sceglierà di spostarsi o di creare possibili ponti con gli editori. Si è tentato l’assist pure con BookPride che però non ha colto l’invito. «Noi avevamo aperto le porte – spiega il neo presidente dell’Aie – ma hanno preferito accentuare la loro identità, con la festa dei piccoli editori indipendenti. Faremo il tifo per loro e io ci andrò come sempre, se poi cambieranno idea noi siamo qui». Si dialoga con la Milanesiana, si punta su un direttore milanesissimo come Andrea Kerbaker, congedando i quattro responsabili dell’edizione numero uno. È ancora presto per rivelare i nomi di chi ci sarà e collaborerà alla seconda edizione della kermesse, ma il regista è uno solo, sarà direttore artistico e direttore organizzativo. Sull’addio a Chiara Valerio, col suo sprint, e alla sua squadra no comment. «Guardiamo avanti», ribadisce il presidente, ricordando, nel discorso inaugurale, la missione degli editori e le nuove sfide per far crescere «il popolo del libro, per un’Italia più istruita, più colta e aperta». «Scuola, scuola e ancora scuola – ribadisce Levi – è stato detto che né un’impresa né un paese possono permettersi di essere ignoranti per più di una generazione. Non so da quando dobbiamo considerare che sia scattato il cronometro. Ma se non già scaduto il tempo a nostra disposizione è pochissimo».