JESSICA MULLER CASTAGLIUOLO
Cronaca

Festival dell’ingegneria al Politecnico: viaggio tra i laboratori al Campus Bovisa

A tu per tu a Milano con la tecnologia e la sostenibilità, sognando di arrivare su Marte. Le voci dei protagonisti

Milano – Dallo studio dei materiali ai campi magnetici. Il vento, la luce. Le onde sonore. Origami tecnologici e biomedicina. Le missioni nello spazio e la guida autonoma. Tutto quello che ci circonda, anche se non lo vediamo, ha in qualche modo a che fare con l’ingegneria. “Non sapevo bene cosa aspettarmi quando mi sono iscritta all’università, ero appassionata di spazio, volevo essere come Samantha Cristoforetti, ma avevo dei dubbi. Non sapevo di essere altezza. Mi sono buttata e ho scoperto un mondo bello”. Marta è all’ultimo anno della triennale e ora insieme ai suoi colleghi realizza droni ad ala fissa in fibra di carbonio.

Progettare

Il Festival Internazionale dell'Ingegneria al Politecnico
Il Festival Internazionale dell'Ingegneria al Politecnico

Il Festival internazionale dell’Ingegneria, in corso al Campus Bovisa del Politecnico di Milano, traccia una traiettoria che porta ad immaginare un futuro che sembra avveniristico, ma che è possibile. In questa traiettoria, c’è Marte. “Non sappiamo quando riusciremo ad arrivare fin lì, ma l’uomo attraverso lo studio dell’universo cambia la vita anche qui. Non è solo per andare lontano, ma per capire qualcosa di noi”, spiega Ingrid Paoletti, docente di Tecnologia dell’architettura al Politecnico di Milano, durante un incontro che ha visto protagoniste altre due donne: l’ingegnera aerospaziale Chiara Cocchiara e l’architetta dello spazio Valentina Sumini. E di donne ce ne sono moltissime al Festival.

Ispirare

Il Festival Internazionale dell'Ingegneria al Politecnico
Il Festival Internazionale dell'Ingegneria al Politecnico

Una generazione di piccolissime e piccolissimi. Nel laboratorio di Chimica l’ossigeno è magia. Le famiglie si accalcano. Gli occhi puntati sulla cattedra del “mago”, che altro non è che uno scienziato. Le bocche aperte. Le mani alzate. Perché le domande sono tante. Il fascino dell’ignoto. Cosa fare da grandi? “I bambini che sognano di diventare astronauti non pensano a volte che si tratta di un lavoro molto intenso. Nello spazio, da quando l’astronauta si sveglia a quando va a dormire è regolato da un’agenda molto fitta”, dice Cocchiara. È difficile da immaginare, perché in assenza di spazio naturale e artificiale “bisogna avere nuove categorie”, aggiunge Paoletti. Nuove categorie per sopravvivere, anche qui sulla terra.

Alex Bellini, esploratore e divulgatore ambientale
Alex Bellini, esploratore e divulgatore ambientale

Alex Bellini, esploratore e divulgatore ambientale, spiega che per navigare sui fiumi più inquinati al mondo, per attraversare i ghiacciai, per parlare di sostenibilità, la tecnologia è fondamentale. “I fenomeni conseguenti al cambiamento climatico spesso non sono percepibile ad occhio nudo. Ghiaccio, acqua e deserto: nessun luogo è troppo lontano per poter essere protetto da questa onda che sembra incontrastabile. Nelle mie avventure il segno più evidente si vede nelle popolazioni, che cambiano le abitudini, le distanze che devono percorrere per portare cibo”, racconta Bellini.

Il fattore umano

Una tecnologia che però senza la componente umana non può salvarci. “A volte c’è una miopia, perché ci innamoriamo della tecnologia che creiamo, e non pensiamo che può anche essere usata in maniera negativa”, afferma Francesco Braghin, docente di Meccanica applicata alle macchine del Politecnico di Milano. Ma come stanno gli studenti nell’era dei social network e dopo la pandemia? “Le nuove generazioni sono più consapevoli sui temi del cambiamento climatico e il 75 per cento dice di voler fare attività sportiva per combattere lo stress. Si sentono a disagio di fronte alla votazione e tra gli intervistati la maggior parte ha avuto almeno un attacco di panico andando a scuola o all’università”, spiega Daniele Grassucci, co-fondatore di Skuola.net.

Laboratori educativi

Ma torniamo ai laboratori educativi del Festival. I più piccoli progettano barche a vela di carta. Le colorano. Per poi lasciarle scorrere in uno specchio d’acqua. Negli occhi dei bambini, nel loro entusiasmo per le traiettorie inaspettate che tracciano le piccole imbarcazioni, il mondo, per un po’, sembra salvo. Probabilmente, sarà tutto da reinventare.