Festival del Fumetto: "Io, doppiatore di cartoon ho dato la voce agli eroi"

Dal Pirata dei Caraibi a Bim Bum Bam, Pietro Ubaldi racconta la sua carriera "Per simulare l’ovetto Kinder mi misi l’ovatta in bocca come Marlon Brando".

Festival del Fumetto: "Io, doppiatore di cartoon ho dato la voce agli eroi"

Festival del Fumetto: "Io, doppiatore di cartoon ho dato la voce agli eroi"

"Prestare la voce ai personaggi di film e cartoni animati? Ci vogliono voglia di divertirsi e una mente che galoppa, come quella di un bambino". L’attore milanese Pietro Ubaldi, 68 anni, intervenuto come ospite al Festival del fumetto di Melegnano, ha raccontato così la sua carriera di doppiatore che lo ha portato, negli anni, a vestire i panni di svariati personaggi, specie dei cartoons.

Ha prestato la sua voce, tra gli altri, al pupazzo Uan di Bim Bum Bam, al gatto Giuliano in Kiss Me Licia, a David Gnomo, al gatto-robot Doraemon e anche a Patrick Stella, la stella marina di Spongebob. Sul fronte del cinema, ha doppiato il capitano Hector Barbossa nei "Pirati dei Caraibi". Una carrellata di figure interpretate con l’abilità di calibrare timbro e intonazione, ma anche con la capacità di calarsi nei panni altrui.

"Avrei voluto fare l’attore di teatro, poi il destino ha virato in quest’altra direzione. Sliding doors. Ho tenuto la barra dritta, va benissimo anche così - spiega -. Non ho mai rifiutato un ruolo, tutto è lavoro".

Fiumi di domande e richieste di autografi, al festival Comics di Melegnano, dove in molti, tra il pubblico, hanno ricordato come Ubaldi sia stato la voce della nostra infanzia, da quella dei meno giovani a quella dei ragazzini di oggi. Suoni e parole che hanno accompagnato intere generazioni. "Non c’è un personaggio al quale sono più affezionato. Ai tempi di Kiss Me Licia ho imparato ad improvvisare. Ci sono stati anche ruoli non facili, come cercare di mantenere viva la popolarità del pupazzo Uan dopo il primo doppiatore, Giancarlo Muratori. A volte, specie quando si tratta di un personaggio di successo, si avverte la pressione".

Una carriera punteggiata anche di aneddoti e fatti curiosi, "per simulare la voce dell’ovetto Kinder mi misi dell’ovatta in bocca, come Marlon Brando nel Padrino". Chi lavora con lui assicura che Ubaldi è un fiume in piena: battute e imitazioni contribuiscono a rendere il clima più gradevole. "Il segreto di un buon doppiaggio - dice - è nascondersi bene nel personaggio per riuscire ad esaltarne le caratteristiche. Nel caso dei cartoni, bisogna trasmettere energia. Non temo l’avvento dell’intelligenza artificiale, difficile riprodurre le voci come fanno gli attori".

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