MARIO CONSANI
Cronaca

La Ferrari del ’52 contro il suo clone: "Sequestratela, non è autentica"

La battaglia legale della famiglia Artom, proprietaria di una 225 Spider Vignale esemplare unico nei confronti di un’altra auto d’epoca con lo stesso numero di telaio, che però Maranello non riconosce

Gabriel Artom alla guida della Ferrari 225 Spider Vignale

Milano -  Una Ferrari d’epoca e il suo “clone“. E’ una battaglia legale che va avanti da vent’anni quella della famiglia Artom, proprietaria di un esemplare unico di Ferrari 225 Spider Vignale, che la casa di Maranello realizzò nel 1952 per il suo pilota Antonio Stagnoli. Un gioiellino che l’imprenditore Guido Artom, zio dell’attuale proprietario Gabriele, acquistò nel ’71 e che venne in seguito completamente restaurato in conformità del’originale. Una vettura d’epoca che può valere anche quattro milioni di euro, pezzo unico ricco di storia anche dopo che il pilota Stagnoli perse la vita già nel ’53, durante una competizione in Messico.

A partire da fine anni ’90, però, apparve sulle scene (e sul mercato) un’altra Ferrari 225 Spider Vignale del ’52, più volte venduta e comprata, i cui diversi proprietari hanno tentato, finora invano, di ottenere l’attestato di autenticità mettendo dunque in dubbio l’unicità della Ferrari 225 Artom. La storia, spiega Gabriele nella denuncia con cui ha chiesto alla magistratura il sequestro dell’altra vettura, iniziò con la scoperta che esisteva in circolazione un secondo telaio Ferrari con lo stesso numero di quello dell’auto realizzata appositamente per Stagnoli. Ne nacque un contenzioso che toccò alla stessa casa costruttrice risolvere, con tanto di perizia che la Ferrari spa affidò a a cinque esperti di caratura internazionale per mettere a confronto i due telai concorrenti. Il responso diede ragione agli Artom, anche se la commissione riconobbe che solo l’altra vettura aveva un motore originale, pur se incompleto. Ma l’autotelaio autentico è soltanto quello Artom, al punto da conservare traccia, scrisse la commissione, di un intervento di riparazione conseguente a un piccolo incidente che la vettura ebbe nel ’57 e di cui vi è memoria sui giornali d’epoca.

Nonostante il verdetto sfavorevole, però, i diversi proprietari della Ferrari 225 “clone“ le hanno tentate tutte, nel corso degli ultimi vent’anni, pur di far registrare la propria auto come quella originale presso vari uffici della Motorizzazione. Sempre “stoppati“ dall’intervento degli Artom. Nel 2007, fra l’altro, il figlio del mitico ingegnere e presidente di Ferrari Classiche, Piero Ferrari, attestò nuovamente per iscritto l’identità e l’autenticità del telaio Artom. Ma ora la vettura “clone“ - di cui la famiglia milanese chiede il sequestro - sarebbe di nuovo in vendita come originale, stavolta sul mercato americano, per un valore cinque volte inferiore a quello stimato. E la battaglia legale degli Artom è ricominciata.