
La bambina di 11 anni di Caravaggio è morta dopo quattro giorni di agonia all’ospedale di Bergamo
Caravaggio (Bergamo) – Sono già stati raccolti 10mila euro per realizzare il desiderio della famiglia della piccola Fatou Sarr: “riportare la bambina in Senegal, la terra che amava”. La raccolta di fondi promossa dalla famiglia della piccola (“Riportiamo Fatou a casa”) ha dato il via a una vera e propria gara di solidarietà. Un abbraccio che si era già fatto sentire nei drammatici giorni della lotta per la vita, quando Caravaggio e Inzago (le due cittadine lombarde coinvolte in questa tragedia) si erano strette nella preghiera.
La bambina di soli undici anni lunedì mattina era stata ripescata esanime da una piscina del Parco Aquaneva di Inzago. Nel pomeriggio di ieri la dichiarazione di morte cerebrale, confermata dalla famiglia e dai genitori, rimasti per quattro giorni e quattro notti al letto della figlioletta, all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Il dramma si è consumato alle 10,45 del mattino di lunedì. La comitiva dell’oratorio di Caravaggio era arrivata da poco al parco acquatico, circa 200 bambini e ragazzi di elementari e medie, su cinque pullman. Meno di mezz’ora dopo l’arrivo la drammatica sequenza, su cui si cerca di far chiarezza. L’unica cosa sicura è che all’improvviso Fatou, entrata nella “vasca grande“ nonostante non sapesse nuotare, è stata vista sott’acqua, immobile.
Nelle scorse ore la famiglia ha chiesto verità e giustizia. “Ribadiamo – così sempre la famiglia in una lettera aperta diffusa ieri nel pomeriggio – l’appello a fornire qualsiasi informazione utile alle indagini alle autorità competenti. Ogni piccola informazione può aiutarci a fare luce. Siamo determinati, con il supporto dei nostri avvocati, a ottenere giustizia per Fatou e a evitare che simili tragedie possano, in futuro, colpire altre famiglie”.