Massimiliano Mingoia
Cronaca

Fase 2, la città diventa quartiere

Il documento del Comune "Milano 2020" fissa gli obiettivi: bisogna garantire i servizi entro 15 minuti a piedi

Una Milano da vivere entro un quarto d’ora a piedi da casa, per limitare gli spostamenti, minimizzare i contatti e scongiurare altri contagi da coronavirus. Una città da vivere con modalità e tempi diversi per garantire il distanziamento sociale anche in bar, ristoranti e altri luoghi pubblici. Il Comune prova a immaginare Milano nella Fase 2 dell’emergenza Covid-19. Dal 4 maggio, infatti, una parte delle attività produttive potrà riaprire e una fetta di cittadini potrà finalmente uscire di casa non solo per andare a fare la spesa. Palazzo Marino si porta avanti con "Milano 2020. Strategie di adattamento", un documento di 16 pagine presentato ieri in videoconferenza dagli assessori Pierfrancesco Maran (Urbanistica), Marco Granelli (Mobilità), Cristina Tajani (Commercio) e Lorenzo Lipparini (Partecipazione).

"Il documento – si legge nell’introduzione – ha lo scopo di elaborare una strategia della Fase 2, che sarà caratterizzata da una radicale modifica degli stili di vita dei cittadini e dell’organizzazione delle città, dovuti a distanziamenti e precauzioni necessari per il coronavirus". Già, ma in che modo? Due le principali linee-guida di "Milano 2020". La prima passa da una rivoluzione viabilistica, un tema che abbiamo sviscerato nei dettagli in un altro articolo di questa edizione del Giorno: "Bisogna incentivare la circolazione di veicoli e persone in orari di morbida e penalizzare quella in orari di punta, utilizzando come leve i provvedimenti sulla mobilità". La seconda linea-guida punta a far diventare Milano una città a misura di quartiere: "Garantire servizi essenziali di prossimità nel raggio di 15 minuti a piedi per ridurre gli spostamenti, cogliendo il momento di discontinuità rappresentato dall’emergenza sanitaria per ripensare le modalità organizzative dei servizi e rompere schemi consolidati".

Gli obiettivi che il documento si pone sono molteplici e toccano quasi tutti i settori. Eccone una sintesi. Continuare con il lavoro agile da casa, dove possibile. Modificare gli orari di entrata e di uscita dalle scuole. Adeguare i marciapiedi al distanziamento fisico. Facilitare l’allargamento di bar e ristoranti sulle aree di sosta "per liberare spazio sui marciapiedi" e "introdurre il limite di velocità di 30 all’ora in maniera diffusa in città per autorizzare l’incremento di spazi per tavolini a margine della carreggiata". Permettere la riapertura dei parchi pubblici e degli impianti sportivi almeno per gli allentamenti "senza l’uso degli spogliatoi". Consentire la richiesta di certificati anagrafici agli sportelli solo su appuntamento. Predisporre un piano per la riapertura in sicurezza dei mercati scoperti. Incentivare la ripresa del settore edilizio e lo sviluppo di un piano cantieri in città.

I progetti legati alla mobilità, come accennato prima, avranno un ruolo fondamentale per la ripartenza in sicurezza della città. Dai nuovi 35 chilometri di piste ciclabili “leggere’’ entro fine anno per incentivare l’uso delle bici elettriche finanziate dal Governo a un’Area C con tariffe differenziate per incentivare la circolazione negli orari di morbida e limitarla in quelli di punta.