
Neonato, foto generica
Milano, 8 giugno 2020 - Sbagliarono farmaci in due, e così quella bimba resterà con danni cerebrali gravissimi per tutta la vita. Una storia terribile segnata da quella che per gli inquirenti fu una colpa imperdonabile, dovuta alla negligenza e all’imperizia di due giovani medici di turno nel reparto di Terapia intensiva pediatrica di un ospedale alle porte della metropoli. È un’accusa tremenda quella da cui si devono difendere due dottoresse del nosocomio di San Donato Milanese. Stando alla ricostruzione della Procura sulla base di una consulenza tecnica, avrebbero provocato colposamente una gravissima "encefalopatia ipossico-ischemica" alla piccola Laura (nome di fantasia), nata con una malformazione cardiaca e operata ad appena tre mesi. Dopo l’intervento chirurgico molto delicato, nel giugno di tre anni fa, la piccola ebbe uno scompenso. Successe alle prime ore della mattina, dopo una notte trascorsa in modo apparentemente tranquillo.
In realtà, stando alla relazione del medico legale incaricato dalla Procura, in quelle ore successive all’operazione "si verificava una riduzione del volume della cavità ventricolare destra" del piccolo cuoricino. Il giovane medico di turno, entrato in servizio la sera prima e ormai a fine turno, se ne accorse verso le 7 di mattina e trattò la condizione di "bassa portata cardiaca" manifestata dalla bimba con farmaci "inotropi positivi ad alto voltaggio e in infusione continua", anziché - si legge nel capo di imputazione - "con farmaci vasodilatatori". E questo provocò "un’ulteriore e grave diminuzione della portata cardiaca" nella piccola, con i conseguenti danni neurologici pesantissimi. Un errore imperdonabile, secondo l’accusa di lesioni gravissime. Al quale si aggiunse, purtroppo, quello dell’altra dottoressa, anche lei all’epoca 32enne, che a fine turno subentrò alla prima intorno alla 8 di mattina. E che, stando all’imputazione, anziché interrompere la "terapia farmacologica scorretta", in quel modo impedendo o per lo meno riducendo le conseguenze della terribile leggerezza commessa dalla collega, avrebbe "anzi aumentato il dosaggio" dei farmaci sbagliati.
Insomma una storia terribile di "colpa consistita in negligenza e imperizia", secondo l’accusa, che ha segnato per sempre l’esistenza di quell’esserino che nel frattempo ha compiuto tre anni ma non parla, non può muoversi, ci vede poco e soffre di crisi epilettiche. Nei prossimi giorni le due dottoresse dell’ospedale di San Donato dovranno affrontare l’udienza davanti al giudice.