Famiglie arcobaleno Sala annuncia battaglia contro il no del Governo alla registrazione dei figli

Una circolare del prefetto indica al sindaco di stoppare l’iter anagrafico. Zan (Pd): pressioni inqualificabili del Viminale. Forte (Mp): vince il diritto.

Famiglie arcobaleno  Sala annuncia battaglia  contro il no del Governo  alla registrazione dei figli

Famiglie arcobaleno Sala annuncia battaglia contro il no del Governo alla registrazione dei figli

di Massimiliano Mingoia e Nicola Palma

Stop alla registrazione nell’anagrafe milanese di figli di coppie omogenitoriali composte da due uomini o due donne. Il sindaco Giuseppe Sala ieri pomeriggio ha convocato a Palazzo Marino alcuni rappresentanti delle “famiglie arcobaleno’’ per riferire loro che, a causa di una circolare del Ministero dell’Interno e di una precisazione della Procura di Milano, il Comune è costretto a interrompere la trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali, salvo nel caso di bimbi nati all’estero da due madri. Un’indicazione che non convince per nulla il primo cittadino progressista, pronto a condurre una battaglia politica per far sì che sia consentita la trascrizione anagrafica di figli dei genitori dello stesso sesso.

La decisione del sindaco arriva dopo una circolare del prefetto Renato Saccone inviata il 10 marzo a tutti i sindaci dell’area metropolitana, Sala in primis in quanto primo cittadino della città capoluogo. Nel documento di Palazzo Diotti, arrivato a valle di un approfondimento con il Viminale sulle "casistiche più frequentemente registrate", si legge che "la formazione in Italia di atti di nascita recanti l’indicazione di genitori dello stesso sesso non è consentita dalla normativa vigente" e che la legge 402004 consente il ricorso alla procreazione medicalmente assistita soltanto alle coppie formate da persone di “sesso diverso’’.

La stessa legge vieta di ricorrere alla maternità surrogata, norma che le Sezioni Unite della Cassazione, con sentenza del 30 dicembre 2022, hanno definito di "ordine pubblico internazionale", considerato il fatto che la surrogazione di maternità "offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane". In altre parole, specifica il prefetto, "il solo genitore che abbia un legame biologico con il nato può essere menzionato nell’atto di nascita che viene formato in Italia". La polemica politica, intanto, infuria. Il deputato del Pd Alessandro Zan parla di "pressioni inqualificabili che confermano l’ostilità del governo Meloni contro i diritti della comunità Lgbtqia+. L’Unione Europea chiede anche all’Italia di fare passi in avanti verso la piena uguaglianza di tutti i cittadini e il governo risponde con azioni degne dell’Ungheria di Orban". Il consigliere comunale di Milano popolare, il cattolico Matteo Forte, è netto: "Sala ha piegato il diritto alle sue battaglie ideologiche. Ma il diritto ha vinto".

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