Famiglia di Trezzo sull’Adda a rischio sfratto: ore di angoscia per mamma, papà e due figli

Milano, il debito è arrivato a 16mila euro: «Non riusciamo a pagare”. Il Sicet al Comune: “Chieda una proroga all’ufficiale giudiziario”

Una protesta per chiedere meno sfratti e più case popolari in Lombardia

Una protesta per chiedere meno sfratti e più case popolari in Lombardia

Milano – Anni di sacrifici per strappare un lavoro precario o sottopagato con lo scoglio di essere stranieri e da superare ogni giorno sono diventati uno sfratto, il peggiore degli incubi, e oggi per una famiglia di Trezzo sull’Adda (Milano) è la giornata più dura: nel primo pomeriggio potrebbe finire in mezzo alla strada. Il Sicet prova a salvare madre, padre e due figli dal dramma invitando il Comune a intervenire: "Chieda una proroga all’ufficiale giudiziario – spiega Gianluigi Colombo, referente di zona del sindacato inquilini –. L’Amministrazione ha riconosciuto un contributo per l’affitto a questo nucleo, ma non abbiamo trovato alloggi alternativi nonostante una ricerca spasmodica, e gli hotel dove avrebbero potuto stabilirsi nel frattempo sono in ristrutturazione".

Il dramma "si ripete e la cosa grave è che il Municipio ha 12 appartamenti di proprietà da sistemare e non lo fa, mentre la domanda di case aumenta a vista d’occhio. Fra Municipio e Aler nelle liste d’attesa sono in 121. La risposta non arriva al 10%". E non è l’unico appunto del sindacalista, "ci risulta che almeno un’abitazione potrebbe essere destinata a situazioni d’emergenza, ma il consiglio comunale non ha ratificato il “Regolamento per gli alloggi transitori”, due anni al massimo d’assegnazione, e la gente paga il conto. Spero almeno che oggi rimedino con un intervento diretto che potrebbe imprimere un esito diverso a questa vicenda".

Per la famiglia al centro del caso sono ore durissime. "Il padre è disoccupato, il figlio ha un lavoro a tempo determinato e alla fine non sono più riusciti a pagare la pigione e il debito è arrivato a 16mila euro – ancora Colombo –  è il tipico esempio in cui basterebbe tendere una mano per evitare a gente in difficoltà di vivere un’esperienza così traumatica". Sfratto significa "anche sgombero della casa in 30 giorni e il rischio di perdere mobili e masserizie, quel poco che si possiede, se non si hanno i soldi per stoccarli da qualche parte. Un’ingiustizia nell’ingiustizia"La vicenda richiama "un altro fenomeno che in città denunciamo da tempo. Si sono rivolti a noi stranieri che pagano 200 euro al mese per condividere una camera in quattro, oppure costretti ad adattarsi a case senza cucine o servizi".

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