ANDREA GIANNI
Cronaca

Milano, la gang delle false opere d’arte

Contraffazioni di Dadamaino vendute anche a Parigi e New York

L'artista milanese morta nel 2004 (Radaelli)

Milano, 30 marzo 2018 - I sospetti sono nati dopo che un appassionato d’arte ha notato uno spropositato incremento sul mercato di pezzi firmati Edoarda Emilia Maino, in arte Dadamaino, un’artista milanese che si è affermata nel medesimo periodo di Castellani, Fontana e Manzoni, la cui produzione si è concentrata particolarmente negli anni ‘50. Grazie alla segnalazione i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza hanno smantellato una associazione per delinquere dedita alla contraffazione e alla commercializzazione, in Italia e all’estero, di numerosissime opere d’arte contemporanea fatte risalire a Dadamaino. Il pm di Milano Luigi Luzi ha chiesto il rinvio a giudizio di 12 persone, che rischiano di finire a processo. Diverse opere sono state esposte in gallerie di Londra, New York e Parigi.

In particolare, tra gli imputati spiccano i tre componenti dell’archivio dell’artista, incluso l’allora direttore artistico, un critico d’arte a livello internazionale, che fornivano la determinante certificazione d’autenticità delle opere false. Sono 462 quelle archiviate e poi immesse sul mercato da tre coimputati, titolari di una galleria d’arte dell’hinterland. Quest’ultimo esercizio commerciale, per garantire la legittima provenienza delle opere, apponeva sulle stesse il timbro di una fondazione culturale la cui presidentessa risulta imputata.

Si calcola  che le opere siano state vendute sul mercato a un prezzo oscillante tra 20mila e 60mila euro ciascuna, per un giro d’affari complessivo che supera i 20 milioni. Nel corso dell’attività sono state eseguite 31 perquisizioni nelle province di Asti, Bergamo, Brescia, Firenze, La Spezia, Lodi, Mantova, Matera, Milano, Modena, Monza e Brianza, Pisa, Roma e Varese, che hanno consentito il sequestro di 90 “Volumi”, corredati da false certificazioni di autenticità come accertato da uno storico dell’arte, un restauratore e un grafologo. Per ora non è stato possibile identificare l’autore dei falsi.