Carlo
Gerla*
La crisi innescata dalla pandemia si è fatta sentire anche in una realtà ad elevata occupazione come il Milanese. Anzi, il suo essere un’area densamente produttiva ma con una forte presenza, soprattutto in città, di imprese legate ai servizi e al terziario, l’ha resa più vulnerabile. La situazione non è facile, anche se è stata resa meno acuta dal blocco dei licenziamenti e dalla proroga degli ammortizzatori sociali. Ora però, mentre si incomincia a vedere una luce in fondo al tunnel, il mondo del lavoro necessita di risposte concrete per l’immediato e per il futuro. In questi mesi nuove situazioni di fragilità si sono sommate ad altre già presenti: penso a chi ha perso l’impiego, a chi ne ha uno precario, alle persone in cassa integrazione, alle famiglie in difficoltà, ai giovani e alle donne, ovvero i soggetti che più hanno patito gli effetti della crisi. Una opportunità da non perdere è quella offerta dal Recovery Plan, che dovrà costituire un volano e un moltiplicatore di lavoro, di innovazione, ma anche di coesione sociale. Non sappiamo quante risorse arriveranno sul nostro territorio, ma sappiamo che dovranno essere utilizzate con intelligenza e lungimiranza, con politiche e su progetti capaci di creare sviluppo e occupazione di qualità. Sono tanti i temi su cui si può intervenire: le infrastrutture, la transizione verde, la digitalizzazione, la sburocratizzazione, il sistema dei trasporti, i tempi e gli orari della città. La parola chiave per affrontare questa sfida è “condivisione”. Occorre costruire una rete fra istituzioni, sindacati, associazioni di impresa, terzo settore. Da questa situazione se ne esce solo insieme. Come ricordava nei giorni scorsi l’arcivescovo Delpini nella lettera dedicata al Primo Maggio: “Tutti i soggetti, tutti i corpi sociali sono chiamati a stringere alleanza per affrontare l’emergenza ed essere protagonisti di percorsi inediti”. E poi: “Le organizzazioni sindacali e la sensibilità maturata in questa tragedia impegnano a non essere uniti solo per categorie a difendere posizioni, ma uniti per difendere tutti: uomini e donne, occupati e disoccupati, giovani e adulti, garantiti e non garantiti, italiani e non italiani. Nessuno deve rimanere escluso. Nessuno si salva da solo.
*Segretario generale
Cisl Milano Metropoli