Expo, oltre 7 milioni di euro in cassa: l’affare dei ristoranti targati Cir

La coop serve il 20% dei pasti sul sito: pronti a esportare i locali in stazioni e aeroporti

SERVIZIO La coop gestisce 17 ristoranti e un bar sul sito (Newpress)

SERVIZIO La coop gestisce 17 ristoranti e un bar sul sito (Newpress)

Milano, 5 agosto 2015 - Oltre sette milioni di euro di ricavi, più di un milione di clienti serviti e l’obiettivo, tra settembre e ottobre, di raddoppiare a quota 16-17 milioni di euro di fatturato: sono questi i numeri con cui la corazzata Cir food segna il giro di boa dei primi tre mesi di attività all’Expo di Milano. La cooperativa di Reggio Emilia, che si è aggiudicata a dicembre la concessione per gestire ristoranti e bar delle aree di servizio sul sito, presidia in maniera capillare pranzi e cene tra i padiglioni, tenendo botta alla concorrenza dei piatti esotici. «Abbiamo il 20% di quota di mercato dei consumi», spiega il direttore commerciale della coop, Giuliano Gallini. Di fatto, uno scontrino ogni cinque – prezzo medio, 7 euro – viene battuto alle casse dei locali targati Cir food, 17 ristoranti e un bar, più il locale di Cascina Triulza.

«L’evento sta andando secondo le nostre aspettative – osserva il manager –. Abbiamo avuto 350mila presenze nei nostri negozi a maggio, 400mila a giugno, mentre a luglio sono calate ai livelli di maggio. Agosto dovrebbe andare come luglio e settembre e ottobre come giugno». Con un milione e 100mila clienti nel primo trimestre e uno scontrino medio di 7 euro, la coop emiliana ha messo a segno ricavi per 7,7 milioni di euro, a cui aggiungere gli introiti dal ristorante di cascina Triulza (60mila presenze fino a luglio, precisa Gallini). Al 31 ottobre ci si attende di superare il raddoppio, arrivando almeno «a 17 milioni di euro», aggiunge il manager. Di questi il 14% andrà versato in royalties a Expo spa, circa 2,38 milioni di euro. Via Rovello coprirà così un terzo dei 7, 52 milioni di euro a fondo perduto per la compartecipazione all’allestimento delle cucine. Solo se Cir food superasse il tetto dei 30 milioni di fatturato, spiegano dal quartier generale di Reggio Emilia, si applicherebbero premi maggiorati alle eccedenze. «Ma non penso ci arriveremo», è la considerazione di Gallini.

La vetrina di Expo serve anche alla cooperativa per sperimentare le insegne che ha sviluppato proprio in occasione dell’evento e introdurle al mercato della grande ristorazione. «C’è molta curiosità – ammette il direttore commerciale –. Noi ci candidiamo presso aeroporti e stazioni dei treni, i nostri formati sono piaciuti a chi li ha visti». La Cooperativa italiana di ristorazione (acronimo di Cir), nata nel 1992, radici nel settore delle mense di scuole, ospedali, aziende e caserme militari, tenta così il grande salto nell’industria del fast food. L’esperienza di Expo serve per affilare le armi contro colossi come McDonald’s e Autogrill, di cui Cir, con i suoi 507 milioni di euro di fatturato nel 2014 (+3,3%), è concorrente per gli stessi analisti di mercato. Un piano di aperture di negozi non è ancora nero su bianco e da questo potrebbe dipendere il futuro dei 400 dipendenti assunti a tempo determinato dietro i banconi di Expo. Nel frattempo, Cir presenta il suo dossier post-evento: una mensa aziendale per gli operai del maxi-smantellamento. «Se ce lo chiedono – anticipa Gallini – noi ci siamo».

luca.zorloni@ilgiorno.net

Twitter: @Luke_like

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro