LAURA LANA
Cronaca

Ex Torriani, è tutto da rifare. Il Comune boccia il progetto: "Ecco i nostri punti fermi"

Nei 40mila metri quadrati dovevano sorgere 6 edifici, una torre di 12 piani e un parco pubblico. Respinto il piano di Officine Mak, "vogliamo rimettere il focus sulla centralità pubblica".

Tutto da rifare. Dopo essere rimasta in stallo per due anni, l’Amministrazione ha bocciato la proposta di Officine Mak, l’azienda controllata dal Gruppo Consonni che sta riqualificando l’ex Torriani, l’area dismessa dal 2005 nel pieno centro di Cologno Monzese. Nei 40mila metri quadri dell’ex legatoria, dovevano sorgere 6 nuovi edifici e una torre di 12 piani, un ampio parco pubblico di 4.200 metri quadri, percorsi ciclopedonali, attrezzature per lo sport, oltre a un centro direzionale, negozi di vicinato e una media struttura di vendita. Ora la giunta con una delibera ha sonoramente detto "no" all’impalcatura del progetto della proprietà, che alla fine del 2021 aveva iniziato le operazioni di bonifica e demolizione dei capannoni nell’area di corso Roma. "Era necessario indicare alcuni punti fermi che portino a un intervento sostenibile e utile alla città - ha spiegato il sindaco Stefano Zanelli che ha la delega all’Urbanistica -. È un’importante opera di riqualificazione che va oltre i confini dell’intervento.

Vogliamo rimettere il focus sulla centralità pubblica e non rischiare di sottovalutare la portata dell’operazione urbanistica che non è solo caratterizzata dalle dimensioni volumetriche". Più che linee guida, il Comune ha di fatto riscritto un progetto che era già stato presentato in via preliminare all’epoca della Giunta Rocchi. Mentre si rivendica "un’ampia discrezionalità valutativa", il documento di Villa Casati chiede al privato "funzioni di tipo ricettivo-culturale dedicate al tempo libero rispetto alla struttura commerciale", "la realizzazione di una struttura dedicata agli universitari, quale ampliamento dei servizi della biblioteca", la ridefinizione di verde e viabilità e poi il cambiamento maggiore con l’inserimento "di una quota di edilizia residenziale sociale, con la creazione di servizi abitativi sociali, oltre a servizi abitativi pubblici da realizzare anche su aree di proprietà comunali, esterne all’intervento".

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