GIULIA BONEZZI
Cronaca

Ex Galeazzi a Bruzzano, il gigante abbandonato diventerà uno studentato: progetto da 60 milioni di euro

Il piano del Gruppo san Donato per la vecchia sede dopo il trasloco a Mind: “rigenerazione" con 450 stanze e 70 appartamenti a prezzi "competitivi" per gli universitari

Il progetto del nuovo Galeazzi a Bruzzano

Milano – Uno studentato nel vecchio ospedale Galeazzi, 450 camere e 70 appartamenti a 700 metri dalla stazione Affori FN del metrò e del passante con cui raggiungere tutti gli atenei di Milano: non riguarda solo gli studenti della Vita-Salute, l’università del San Raffaele, il progetto del Gruppo San Donato per l’ex sede dell’Irccs trasferito undici mesi fa al Mind insieme alla clinica Sant’Ambrogio in un nuovo ospedale da quasi mezzo miliardo costruito in pieno Covid, ricorda Angelino Alfano, presidente del gruppo leader della sanità privata italiana (54 strutture di cui 18 ospedali, 5.566 posti letto).

La «rigenerazione» prevede di abbattere solo un corpo dell’ex ospedale, trasformandolo in un edificio a ferro di cavallo "aperto" alla piazza alberata e al quartiere che col trasloco del Galeazzi "ha perso dinamicità - osserva il vicepresidente Paolo Rotelli –. Vogliamo rilanciare Bruzzano, attirare i giovani che abbiamo visto protestare nelle tende con affitti competitivi in una Milano il cui futuro è sempre più università".

Tempi, "24 mesi dal momento in cui ci concedono l’autorizzazione", spiega l’altro vicepresidente Kamel Ghribi, e l’investimento è previsto tra 50 e 60 milioni di euro per questo nuovo passo del gruppo sul fronte immobiliare, inaugurato con un progetto residenziale per l’ex clinica di via Lamarmora.

Perché la sanità resta "il core business", ma il GSD punta ad "allargare e ramificare il perimetro", anche nei settori "energia, consulting, procurement", elenca Rotelli.

Lo strumento operativo, valorizzato da un riassetto societario ispirato a "semplificazione e trasparenza" (è stato nominato anche un "Ethic and Legal Advisory Committee" presieduto dall’ex procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi), è la "one company" Gksd, presieduta da Ghribi, che attraverso tredici partecipate "valorizza il know-how" del gruppo e ne costituisce "il motore" verso l’internazionalizzazione. Che sta consolidando l’esportazione della sanità "Made in Italy" soprattutto verso il Nordafrica e il Medioriente attraverso accordi per curare persone in Italia ma anche consulenze ai governi, realizzazione e gestione di strutture sanitarie. In Iraq "il recente accordo col governo" di Baghdad "ha favorito la firma del Memorandum of understanding tra Sace", l’agenzia controllata dal Mef, e Gksd "per opere ad alto impatto sociale" come la gestione di un ospedale a Najaf e la costruzione di altri quattro tra la capitale e Bassora; poi ci sono l’Arabia Saudita, l’Egitto, la Libia e la Tunisia, il Paese natale di Ghribi, dove il GSD ha anche un accordo per formare 300 infermieri in tre anni da inserire nei suoi ospedali.

L’orizzonte si espande anche in Italia, verso Sud, con la riapertura della cardiochirurgia pediatrica dell’Arnas Civico di Cristina Benfratelli a Palermo, chiusa da 12 anni: un progetto con la Regione Sicilia, per risparmiare alle famiglie i viaggi della speranza affrontati "da duemila bambini siciliani operati in trent’anni al Policlinico San Donato", sottolinea Alfano. E aggiunge che "ci sono stati contatti" per promuovere lo stesso modello ("partnership pubblico-privato") in altre regioni, come Puglia e Campania.