Ex calciatore ucciso: c’è un ignoto 1

Delitto La Rosa: scoperte tracce di un nuovo Dna. Non è quello dei due imputati

Raffaele Rullo e Antonietta Biancarello

Raffaele Rullo e Antonietta Biancarello

Milano, 5 febbraio 2019 - Ci sarebbe un terzo uomo coinvolto nell’omicidio dell’ex calciatore Andrea La Rosa. Su uno dei quattro mozziconi di sigaretta ritrovati nella cantina del palazzo di via Cogne, a Milano, dove è stato ucciso La Rosa sono stati individuati, oltre al Dna della vittima e dell’imputata Antonietta Biancaniello, anche tracce genetiche di una terza persona che non è stato possibile identificare. Lo ha spiegato il pool di medici legali, Cristina Cattaneo, Andrea Piccinini e il tossicologo Domenico Di Candia, durante l’udienza del processo davanti alla Corte d’Assise nel quale Raffaele Rullo e sua madre, Antonietta Biancaniello, sono imputati per la morte del 35enne.

Il cadavere di La Rosa, scomparso il 14 novembre 2017, fu scoperto un mese dopo in un fusto di benzina nel bagagliaio dell’auto della 60enne. È anche su questa ricostruzione che puntano le difese per sostenere il coinvolgimento di un terzo complice. «Questo Dna – ha spiegato fuori dall’aula l’avvocato Ermanno Gorpia – fa pensare che sulla scena del delitto ci fossero altri soggetti».

Durante la loro deposizione i consulenti, incalzati dalle domande del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e del pm Maura Ripamonti, hanno poi spiegato che altre tracce genetiche appartenenti, oltre che alla vittima, ad almeno «altri due soggetti sconosciuti» sono stati ritrovate su una presa elettrica e sul cavo di una lampada che sarebbe stata portata nella cantina numero 29, quella cioè dove si ritiene sia avvenuto il delitto. Ma essendo la cantina aperta a tutti, è stato precisato che queste ulteriori tracce potrebbero essere antecedenti all’omicidio.

Se il dna sul cavo fosse identico a quello che c’è sul mozzicone di sigaretta o a quello che c’è sul pavimento, si potrebbe avere la certezza del terzo complice. In aula poi un altro particolare. Per spiegare come l’omicidio sia stato commesso da più di una persona e non dalla sola Biancaniello gli esperti di medicina legale hanno sottolineato «che le manovre di inserimento del corpo» di La Rosa, alto un metro e 70 centimetri con un peso di circa 70 chili, «difficilmente possono essere state effettuate da un’unica persona». In aula sono state proiettate le immagini del ritrovamento del cadavere, immagini terribili che mostrano il corpo del ragazzo devastato dall’acido. La Rosa fu messo nell’acido quando era in agonia, una morte lenta e orrenda. Si torna in aula domani.

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