"I soldi o la ammazzo": ex badante in manette

Prima gli insulti, poi lo stalking Ha tentato anche di sfondare la porta di casa della 88enne che ormai viveva nel terrore

I carabinieri sono intervenuti nel palazzo per liberare dall’incubo l’anziana

I carabinieri sono intervenuti nel palazzo per liberare dall’incubo l’anziana

Rho (Milano) - Non si era rassegnata al fatto di essere stata licenziata e da un anno e mezzo perseguitava l’88enne invalida al 100% che aveva accudito. Un escalation di atti persecutori fino alla minaccia di morte dell’altro giorno, quando l’ex badante si è presentata sotto il condominio dove abitava l’anziana donna, impugnando un grosso palo di ghisa e urlando "Io l’ammazzo, mi deve dare dei soldi, io l’ammazzo". Con l’accusa di stalking i carabinieri della Compagnia di Rho hanno arrestato una 31enne onduregna. Licenziata nel giugno 2021 per il mancato rilascio del permesso di soggiorno, rimasta senza lavoro, con problemi economici, la donna aveva iniziato a vessare l’anziana sostenendo che le doveva ancora dei soldi. All’inizio lo ha fatto con messaggi telefonici e lettere, poi presentandosi a casa della signora dove in diverse occasioni aveva danneggiato la porta di ingresso e in un’occasione rubato lo zerbino. Era diventata un incubo.

Insistente e violenta. Come venerdì scorso quando si è presentata con in mano un palo di ghisa, prima ha provato a sfondare la porta e poi si è accanita contro la cassetta della posta e il cancello del palazzo, minacciando l’anziana e sua nipote, 36 anni. Alcuni vicini che hanno sentito le urla e visto l’ex badante sferrare colpi ovunque hanno chiamato il 112. Quando i militari sono arrivati sul posto hanno bloccato la stalker e l’hanno portata in caserma. Alcuni testimoni hanno confermato gli atti persecutori denunciati dalla vittima e lo stato di paura in cui viveva. La pm di turno, Maria Letizia Mocciaro, ha chiesto e ottenuto la custodia cautelare nel carcere di San Vittore. "Le persone offese, in particolare l’anziana, vivono nel terrore di essere uccise o comunque subire violenza da parte dell’indagata che appare persona priva di controllo dei propri impulsi", si legge nel provvedimento del Giuseppina Barbara.

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