Età, dipendenze e problemi mentali Salute a rischio nel carcere-modello

Età, dipendenze e problemi mentali  Salute a rischio nel carcere-modello

Età, dipendenze e problemi mentali Salute a rischio nel carcere-modello

All’avanguardia per il trattamento dei detenuti, carcere modello per i progetti di reinserimento lavorativo e sociale, il carcere di Milano Bollate tuttavia ha "grandi problematiche nell’area sanitaria". A dirlo l’associazione Antigone all’indomani della visita di una delegazione del proprio Osservatorio nella casa di reclusione, che ospita 1.275 detenuti, di cui 116 donne. "Il carcere di Bollate continua a rappresentare un’eccezione positiva nel panorama penitenziario italiano. Molte sono le persone detenute lavoranti, così come le opportunità di studio e le altre attività che animano il carcere e costruiscono ponti tra il dentro e il fuori – si legge nel report di Antigone –. A differenza di altre strutture lombarde, la percentuale di stranieri è in linea con la media nazionale (38,6%), mentre il 42% è tossicodipendente. Alcune criticità riguardano l’innalzamento dell’e- tà media dei detenuti, con 40 persone ristrette che superano i 71 anni". Altra nota dolente è il reparto infermeria, dove la delegazione ha notato situazioni gravi: "Detenuti ultraottantenni, un uomo aveva difficoltà deambulatorie e a causa degli ascensori rotti ci è stato fatto capire che non potesse accedere all’aria. E ancora assenza di materassi e piantoni per due detenuti allettati. Ma anche alcune situazioni particolarmente critiche dal punto di vista della salute mentale (come un detenuto che dorme sotto il letto senza accettare le lenzuola) con nessuna attività prevista o trattamentale".

Insomma anche nel carcere di Bollate la sanità penitenziaria richiede interventi urgenti per garantire spazi e assistenza adeguata h24 per tutte le patologie. "Il reparto infermeria è uno spazio inadeguato, soprattutto per un carcere che da sempre è il modello per tutti i penitenziari italiani – dichiara Valeria Verdolini, presidente di Antigone Lombardia che ha visitato il carcere –. In un momento di trasformazione del penitenziario con sempre più detenuti definitivi, tanto il centro clinico Sai di Opera quanto l’infermeria di Bollate richiedono un intervento consistente, perché il trattamento non può prescindere dalla cura della salute e viceversa".

Il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella precisa, "il carcere è un pezzo di città, le persone detenute hanno lo stesso diritto alla salute di chiunque altro, per questo è fondamentale che il livello dell’assistenza sanitaria dentro gli istituti di pena sia garantita nel miglior modo possibile".

Roberta Rampini

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