Esplosione Porta Romana, primi indagati. Sopralluoghi nella ditta trasporti: sul furgone non c’era l’estintore

Gli inquirenti valutano le prime iscrizioni per i vertici dell’azienda proprietaria del mezzo andato a fuoco. Da accertare il rispetto delle norme per il trasporto di carichi speciali e la specifica formazione dell’autista

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Milano - Per i primi indagati è questione di ore. Nell’incendio che si è sviluppato due giorni fa in zona Porta Romana, dopo l’esplosione di un furgone carico di bombole e di bottiglie di ossigeno, i primi a finire sotto indagine dovrebbero essere i vertici dell’azienda di autotrasporti Zanaria, quella del furgone, per cooperazione colposa nei reati di disastro colposo e lesioni colpose ai danni dello stesso autista del van e di una anziana suora rimasta ferita cadendo a causa dello spostamento d’aria seguito allo scoppio.

Gli investigatori dovranno per prima cosa accertare se siano state rispettate le norme sul trasporto dei materiali speciali come l’ossigeno. Tra l’altro non sarebbe stato trovato un estintore riferibile al mezzo e, dunque, quel furgone potrebbe non averlo avuto in dotazione. Tra giovedì e ieri, nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio, i carabinieri, che indagano coi vigili del fuoco e con la squadra di polizia giudiziaria della Procura, hanno effettuato due sopralluoghi nell’azienda Zanaria in provincia di Novara, per acquisizioni documentali ma anche per fotografare le dotazioni di sicurezza come gli estintori. Verifiche anche sull’abbigliamento eventualmente necessario per questi trasporti speciali (il conducente indossava una semplice tuta) e sulla formazione che deve aver ricevuto dall’azienda.

Nel frattempo, i vigili del fuoco hanno svolto sul posto una serie di rilievi fotografici, sequestrando tutte le bombole esplose e non esplose, una dozzina in totale. Gli inquirenti dovranno pure valutare, in seguito, se iscrivere per gli atti a garanzia anche i responsabili della società che produce quelle bombole.

Sulle cause di quanto successo, tra le ipotesi al vaglio, oltre a quella dell’incendio partito dal motore del furgone, c’è anche quella che invece una perdita sia partita proprio da una bombola di ossigeno. Sembra certo che la prima fiammella si è sviluppata all’interno dell’abitacolo, in basso, nella zona dei pedali di guida. Tanto che dagli abiti del conducente, che sono stati sequestrati, risulta che i pantaloni erano molto bruciati. In quella parte dell’abitacolo l’autista del furgone avrebbe tentato di spegnere il principio di incendio a mani nude.

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