BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Esercito della solidarietà avanti tutta

Trezzo e la Martesana in prima linea per i profughi con due camion e sei furgoni pieni di aiuti: "Una gara di altruismo che fa bene al cuore"

di Barbara Calderola

Questa volta il clown Albicocco ha superato se stesso, "non immaginavamo che l’abbraccio per l’Ucraina sarebbe stato così travolgente". E invece Trezzo e la Martesana sono stati protagonisti del più grande salvataggio di donne e bambini che si sia visto dall’inizio della guerra. "Con due camion enormi pieni di cibo, vestiti, coperte e altri sei furgoni" hanno offerto un contributo essenziale al convoglio dell’associazione Maidan che ha consegnato i viveri e strappato 450 persone all’orrore delle bombe. La colonna umanitaria è arrivata a Bresso sana e salva. "Con loro c’eravamo anche noi", dice Massimo Giudice, presidente di “Un abbraccio che non trema”, motore della solidarietà in città e dintorni. Lui con il suo naso rosso sarà accanto ai più piccoli anche stavolta, come ad Amatrice dopo il terremoto. Il performer ha fatto un altro miracolo, "l’emergenza ci ha spinto a unire le forze, è nato un vero e proprio esercito del bene". Tra le sue fila, istituzione, il Comune in primis, e altri della zona, Gessate, Bellinzago, Pozzo, aziende, scuole, parrocchie, famiglie, associazione che hanno risposto in massa e con tanta generosità da costringere la cabina di regia a fermare la raccolta "non c’era più spazio per gli scatoloni. Una gara d’altruismo che fa davvero bene al cuore". Ma adesso è il momento di pensare alla fase 2, "dall’emergenza di questi giorni all’assistenza che durerà a lungo - aggiunge Alessandra Barbieri, altra colonna di “Un abbraccio che non trema” - le necessità che prendono forma sono tante: a cominciare dall’insegnamento dell’italiano a chi si fermerà qui".

Intanto il ponte al confine con la Romania non si ferma. Un altro carico è pronto a partire, destinazione l’hub Sermig-Servizio missionari giovani di Baia a Mare, che invierà ogni due o tre giorni un paio di furgoni in diverse zone dell’Ucraina ai centri di accoglienza e istituti religiosi che da settimane accolgono gli sfollati. Nelle scorse settimane sono partiti 14 Tir fra Torino e Bergamo, ma la richiesta di aiuti va avanti". "A tutti - conclude Giudice - non possiamo che dire grazie. Avevamo il timore che la risposta fosse inadeguata e invece siamo al centro di un mare di bontà". Lunedì, il Comune ha chiamato a raccolta un primo gruppo di volontari per coordinare le azioni future, "a turno saranno interpellati tutti".