MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Esame di terza media a 81 anni: "Voglio fare qualcosa solo per me"

Giuseppina Rodolfi ha iniziato a lavorare a 13 anni, ha cresciuto due figli e accudito il marito. La scuola: fieri di averla

Giuseppina Rodolfi

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Non importa se di anni ne hai 13 o 81. L’emozione per un esame da sostenere davanti ai professori è la stessa, anche se tornare sui banchi di scuola dopo 70 anni aggiunge un sentimento di orgoglio. Per un filo riallacciato. Per un traguardo conquistato con le proprie forze dopo una vita di sacrifici. Perché indipendentemente da come andrà la prova, Maria Giuseppina, per tutti Giusy, Rodolfi, nata a Milano il 14 maggio del 1941, è già vincente: si è rimboccata le maniche e si è rimessa a studiare, con l’obiettivo di prendere il diploma di terza media. "Ho sentito di dover fare qualcosa per me", dice. Oggi è il giorno del suo esame orale alla scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Confalonieri, al quartiere Isola. Giusy (che si presenta da privatista) ha già la sua tesina in mano: “La scuola ieri, la scuola oggi“.

Come mai ha deciso di rimettersi a studiare?

"Sono nata durante la Seconda Guerra Mondiale nella zona di Città Studi, la stessa in cui vivo ancora oggi. Erano tempi assai diversi: bisognava aiutare la famiglia. E io a 13 anni sono andata a lavorare come parrucchiera. Prima ancora, quando ne avevo 11, vendevo saponi porta a porta. A casa eravamo in 5, con il papà malato. Sono riuscita a prendere la licenza elementare, poi mi sono iscritta alle scuole serali ma la mia datrice di lavoro non vedeva di buon occhio che uscissi dal lavoro alle 17 anziché alle 19, così ho smesso di studiare. Poi mi sono sposata, ho cresciuto due figli, ho gestito per 20 anni con mio marito una salumeria, gastronomia e tavola calda; infine sono diventata podologa, un mestiere che adoravo. E ho curato anche i miei tre nipoti. Lo scorso anno, il Covid mi ha portato via mio marito. Dopo poco ho perso anche un fratello. Allora mi sono detta: “Devo fare qualcosa per me“. Per risollevarmi. E anche per tornare a uscire di casa dopo due anni di restrizioni. Così mi sono iscritta di nuovo a scuola, dopo 70 anni, per prendere la licenza media".

Si è iscritta a scuola da sola?

"Sì. Ho cercato su internet come fare. So usare il pc. Ho preso appuntamento con “Grandi scuole“ e mi sono iscritta, seguendo le lezioni da ottobre a giugno, dalle 9 alle 13. Una gioia uscire di casa e prendere il metrò per andare a scuola. In classe avevo compagni di 15 e 16 anni che non mi trattavano come una nonna ma come una di loro. Mi facevano anche scherzi, come nascondermi il cellulare. Mi sono divertita molto".

Le difficoltà più grandi?

"Affrontare materie come matematica e inglese. Io ho sempre amato leggere e scrivere, poco i numeri. Adoro i poeti Federico Garcìa Lorca e Pablo Neruda. Per la prosa, Italo Calvino. E inglese non l’avevo mai studiato. Mi ha aiutato mia figlia, che lavora nell’ufficio commerciale di un’azienda. Sia lei e sia l’altro mio figlio, che è insegnante di educazione fisica, mi incoraggiano. All’inizio non ho detto loro di essermi iscritta a scuola, per timore mi frenassero, ma appena l’hanno saputo si sono mostrati entusiasti".

E i nipoti?

"Anche loro. Ne ho due di 23 anni e uno di 19, che sta affrontando la maturità. Speriamo di diplomarci insieme, lui alle superiori e io alle medie".

Come sono andati gli scritti?

"Quello di italiano molto bene. All’orale inizierò con la tesina, un confronto tra la scuola di ieri e di oggi: quella di ieri era basata molto di più sulla memoria ed era più rigorosa. Ma quella di oggi, per una della mia generazione, è più impegnativa. Voglio ringraziare tutti i professori che mi hanno aiutata e quelli che pur non conoscendomi mi hanno accolta con calore, all’Istituto Confalonieri, già apprezzando la mia tesina di ammissione agli esami. Tema: il coraggio".

Quello che Giusy ha dimostrato di avere, non solo per essere tornata sui banchi di scuola. "E noi – commenta la dirigente scolastica Valentina Manzo – siamo fieri di averla qui".