"Eravamo convinti che in casa non ci fosse nessuno"

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"Era una madre un po’ strana. Mai visto dare un bacio, un abbraccio a quella bimba. In cortile nessuno l’ha mai vista giocare. Poi non era la prima volta che la lasciava da sola. Una volta mi sono permesso di chiederle: “Scusa ma tua figlia dov’è?”. E lei serafica: “A casa”". Il ritratto di Alessia Pifferi secondo le parole di un ragazzo che abita al pian terreno di via Parea 2016. La trentaseienne stava nel piccolo bilocale al primo piano di questa casa di corte dai muri un po’ scrostati. Qui la figlia, Diana, 18 mesi, ha trascorso il suo inferno in terra: sei lunghissimi giorni da sola con il biberon e una morte che ha posto fine allo strazio del caldo, della fame, della sete e dell’immobilità. "Noi eravamo convinti che in casa non ci fosse nessuno, perché non abbiamo sentito mai un pianto", assicura il ragazzo. Il sospetto è che la bimba sia stata sedata. A quanto pare, Alessia non dava confidenza a nessuno, anche se in quella casa ha sempre vissuto, prima con la madre e la sorella: "I rapporti era riservati, da buongiorno e buonasera". La macabra scoperta è avvenuta mercoledì mattina; poi la donna ha bussato a una vicina, che ha allertato soccorsi. "Si è rivolta a mia madre – racconta sempre il ragazzo – in quel momento lei non piangeva, tremava ripetendo “non sono una cattiva madre”". Aggiunge il capofamiglia che si avvicina: "Questa donna ha fatto qualcosa di contronatura, da persona senza Dio. Non mi do pace. Se avessi saputo avrei sfondato la porta". Nessun altro nello stabile ha voglia di parlare.

La madre di Alessia, la nonna di Diana, che si è trasferita nell’appartamento dirimpettaio, minaccia l’arrivo della polizia. Sul cancello verde qualcuno ha attaccato dei palloncini bianchi, altri dei peluche, in ricordo del "piccolo angelo" di nome Diana, nata prematura nel gennaio del 2021. Come la signora Silvia che porta un unicorno e due candele: "Quella madre ha fatto una cosa che non doveva fare". L’unica che la difende è la barista del "Bella Vita" di via Monteoliveto: "Ci sono persone che sparlano per il gusto di farlo. Alessia la conosco dalle medie. È sempre stata un po’ strana e vestiva talvolta sopra le righe. Ma non dava idea di essere un “mostro”. Ogni tanto venivano qua la mattina con la figlia a mangiare la brioche. L’ultima volta mi sembra all’inizio di settimana scorsa. La piccola era sempre vestita bene, pulita, non era trascurata. Quando la guardavo le spuntava un sorriso enorme". In memoria di Diana ieri sera è stata organizzata una fiaccolata.

Annamaria Lazzari

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