È rimasto folgorato mentre collaudava un pezzo. Ieri grave incidente sul lavoro alla Albaplant, azienda che produce forni industriali, a Pessano con Bornago. Uffici a Milano, stabilimento nell’hinterland, in via Volta, teatro dell’episodio. Di buon mattino l’elettricista, 55enne di Segrate, capo officina, si sarebbe dimenticato di staccare l’alta tensione prima di procedere al cablaggio. Errore umano, dunque, l’ipotesi al vaglio dei tecnici di Ats e dei carabinieri di Pioltello che stanno ricostruendo l’accaduto. Ma è tutto da verificare. Il tecnico è stato trasportato in codice rosso al San Gerardo di Monza in condizioni critiche, prima di partire per l’ospedale gli è stato praticato il massaggio cardiaco.
A soccorrerlo per primo, un collega, che ha immediatamente lanciato l’allarme. La catena di salvataggio è stata rapida e questo giocherà un ruolo importante nell’evoluzione del caso. È la seconda volta in pochi giorni che succede, il 31 ottobre a Burago Molgora, una manciata di chilometri da qui, un 22enne è stato attraversato da una scarica di 380 Volt, mentre montava una macchina alla scatolificio Felice Dania. Il ragazzo, dipendente della Pentatech, azienda del Ravennate che aveva venduto la linea ai brianzoli, ce l’ha fatta dopo giorni in biblico fra la vita e la morte. Anche lì, sotto la lente degli investigatori è finita l’alimentazione del circuito che doveva essere esclusa. Come questo non sia avvenuto è materia di indagine. L’incidente di Pessano allunga la serie nera degli infortuni nel Milanese: da gennaio a luglio 21.784 feriti con 27 morti e 1,2 miliardi di costi per la collettività stimati da Confcooperative lavoro e servizi Lombardia. La provincia è maglia nera su questo fronte in regione. L’ultima vittima a Basiano, a fine settembre. Boris Aru è stato schiacciato dalla motrice di un Tir nel centro logistico della catena di supermercati del Gigante.
Barbara Calderola