SIMONA BALLATORE
Cronaca

Elenoire Casalegno: "Milano è bella e difficile perciò l'ho scelta"

La conduttrice, modella e attrice: "La paragono a una donna bellissima, che non ama mettersi in mostra. Non si apre immediatamente, va conquistata"

Elenoire Casalegno è molto legata al capoluogo lombardo dove è arrivata giovanissima per moda e televisione

Milano, 29 gennaio 2017 - «Io Milano la paragono a una donna bellissima, che non ama mettersi in mostra. Non si apre immediatamente, va conquistata». Elenoire Casalegno, conduttrice, modella e attrice, ha girato ogni angolo d’Italia per lavoro, ma se pensa al luogo in cui vivere non ha dubbi: «Milano».

Come nasce questo feeling?

«Penso vada di pari passo col mio carattere. Milano è una città discreta, non è menefreghista, qui ho trovato tante amicizie vere e rincontrato il mio migliore amico di Ravenna».

Il primo passo in città?

«Ventitré anni fa, per lavoro, per la moda, per la prima trasmissione. Ero innamorata dei cortili, delle case di ringhiera. Appena vedevo un portone aperto mi ci buttavo. Era una Milano diversa, ma perché il nostro Paese era differente. C’era molta più leggerezza, energia, positività. E anch’io ero ragazza, era diverso il modo di affrontare la vita, a 20 anni pensi di cambiare il mondo».

Come si è trovata?

«Immediatamente bene, mi sono sentita a casa. In Italia abbiamo un territorio ricco di cultura, storia, artisti, un patrimonio anche enogastronomico che non ha nulla da invidiare a nessuno. Ho potuto conoscere tutti gli angoli nascosti ma se penso al luogo in cui vivere è Milano la scelta. Spesso il rapporto può essere conflittuale, ci si lamenta del traffico, ma quando sei via per un lungo periodo ti manca ed è una gioia tornare».

I suoi luoghi del cuore?

«I Navigli mi affascinano, li trovo romantici. Ricordo quando, anni fa, li volevano riportare a come erano anticamente, facendoli riemergere anche in via Larga. Il costo era inadeguato, ma mi sarebbe piaciuto vedere quella Milano. Sono legata anche alla zona Garibaldi e corso Como perché la prima parte della vita milanese l’ho vissuta lì. E poi paradossalmente amo corso Buenos Aires, sarà anche incasinata e trafficata, ma è la parte della città in cui le culture si contaminano, si respira un profumo internazionale».

E da mamma quali sono i luoghi a cui è più affezionata?

«Mia figlia ormai ha 17 anni, ma quando era piccola la portavo spesso al parco del Castello e al museo di Storia naturale, sono i luoghi che mi ricordano di più l’infanzia di Swami».

La Milano del lavoro: progetti in cantiere?

«Presto ripartirà la nuova stagione del programma culinario con Gualtiero Marchesi, poi ci sarà una prima serata di cui non posso dir nulla».

Com’è stata l’avventura al Grande fratello vip?

«Traumatica, ho messo alla prova miei limiti. Ogni esperienza mi deve insegnare qualcosa. Era un gioco, ma l’ho vissuto come un esperimento. Ti trovi con te stessa, in un tunnel, per 43 giorni, senza possibilità di saper nulla del mondo, costretto alla convivenza con persone che non hai scelto, è alienante ma ho voluto viverlo come un viaggio alla scoperta di me stessa. Mi sono mostrata per ciò che sono, senza paura e senza maschere».

Qual è il programma al quale è più legata?

«Tutti mi hanno lasciato qualcosa, Scherzi a parte, Jammin’ perché era la mia prima trasmissione, il primo rapporto d’amore con la tivù, Pressing perché ho avuto la fortuna di incontrare Raimondo. Con lui c’era una bella intesa. Ero onorata di lavorare al fianco di un personaggio unico, nessuno mai prenderà il suo posto. Da lui ho imparato che anche nella comicità, come nella musica, ci vuole ritmo. Che non è importante quanto stai sullo schermo ma come ci stai, devi lasciare il segno».