MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Effetto caverna, pegni per acquistare tv e pc

Credito a riscatto, l’emergenza Covid cambia gli obiettivi dei clienti. Gentile (Banca Sistema): nel 2020 i consumi si sono spostati

di Massimiliano Mingoia

L’effetto Covid ha cambiato alcuni degli obiettivi di acquisto dei cittadini che danno in pegno i propri oggetti preziosi per ricevere denaro contante: ad esempio sono aumentati gli acquisti di salotti o di televisori 30 pollici per rinnovare la propria casa, sempre più “caverna’’ in tempi di coronavirus, e si sono moltiplicati gli acquisti di computer e tablet per agevolare lo smart working agli adulti e la didattica a distanza agli studenti costretti a restare nelle abitazioni. I macro-numeri del settore del credito su pegno, però, non sono cambiati. A spiegarlo è Giuseppe Gentile, direttore generale di ProntoPegno del Gruppo Banca Sistema.

Cosa lasciano in pegno i milanesi per avere liquidità?

"Preziosi in oro e argento. Orologi di alta gamma in oro. Pietre preziose tipo diamanti. Mediamente per sei mesi. Ma il 98% di chi ricorre a questo tipo di credito riscatta l’oggetto entro la scadenza fissata. C’è chi impegna oggetti da 600-700 euro, chi da 1.000-1.200 euro ma in piazze importanti come quella di Milano una sola persona può impegnare anche oggetti per 30-40 mila euro. Bastano due Rolex per arrivare a 30 mila euro. Noi diamo al massimo l’80% del valore del bene. La valutazione avviene in 15-20 minuti".

Com’è cambiato il settore nell’ultimo anno caratterizzato dall’emergenza Covid?

"Contrariamente all’immaginario collettivo, al credito su pegno non ricorrono le persone all’ultima spiaggia, ma cittadini che hanno una momentanea difficoltà economica. Ad esempio una fattura non ancora pagata o un lavoro in casa non preventivato. Non parliamo di persone che non riescono a mangiare e vanno al Pane Quotidiano. L’effetto Covid nel 2020 ha generato da un lato l’aumento delle persone che ricorrono a questa tipologia di finanziamento, circa il 30% in più. Ma dall’altro c’è stata la stessa percentuale di persone che hanno riscattato o rinnovato il pegno. Ciò significa che questi cittadini hanno avuto delle entrate che hanno consentito loro di riscattare o rinnovare il pegno. L’effetto Covid, dunque, è stato quasi nullo".

Qualche obiettivo diverso di acquisto dei vostri clienti?

"Beh, chi veniva a impegnare qualche prezioso per farsi un tatuaggio, andare in vacanza, pagare il personal trainer o andare a mangiare in un ristorante stellato, non l’ha più fatto dopo l’inizio della pandemia. E non andando in vacanza non ha usato neanche il nostro servizio come una sorta cassetta di sicurezza per i propri oggetti preziosi".

E quindi come sono cambiati gli obiettivi di acquisto?

"Il consumo si è un po’ spostato. Negli ultimi mesi molte persone sono venute da noi per avere liquidità per poter acquistare un salotto o un televisore 30 pollici, perché si investe di più sugli arredi della propria cosa, dove si è costretti a restare maggiormente rispetto alla situazione pre-Covid. Prima, invece, si investiva di più su attività esterne e ricreative, in questi mesi impossibili. È aumentato anche chi ci dice che con i soldi ricevuti acquisterà dei pc o dei tablet per lo smart working o la didattica a distanza. L’unica nota positiva del Covid è che ha anticipato di dieci anni il processo di digitalizzazione del Paese".

Ci sono imprenditori in cerca di soldi per salvare l’azienda?

"C’erano prima e ci sono ora. Ma il credito su pegno può essere concesso solo a persone fisiche, non giuridiche".