LUCA PACCHIARINI
Cronaca

Eclettica, la casa di produzione “under 28” milanese che ha già conquistato il Festival di Venezia

Riccardo Copreni e Andrea Sbarbaro sono due dei fondatori. Il racconto di una scommessa vinta sotto la Madonnina partendo dai “corti”

Riccardo Copreni e Andrea Sbarbaro, anche registi, tra i 5 fondatori di Eclettica

Riccardo Copreni e Andrea Sbarbaro, anche registi, tra i 5 fondatori di Eclettica

di Luca Pacchiarini

Tutti under 30 o, meglio, under 28. Eclettica è una casa di produzione milanese che lavora con giovani registi esordienti. Le sue produzioni hanno già riscosso successo in molti festival cinematografici prestigiosi, non solo italiani, portando una firma riconoscibile. E ha anche costituito una casa di distribuzione, Gorrilla Distribution, creata con Gargantua, tra i più importanti distributori di “corti” in Europa. Tutto in pochi anni di attività, raggiungendo grandi traguardi, come la selezione alla Settimana internazionale della Critica a Venezia dei cortometraggi “Sans Dieu” di Alessandro Rocca, coprodotto con Destination Film, e “Nero Argento” di Francesco Manzato,coprodotto con Polittico, quest’ultimo premiato alla miglior regia. Classe ’98, Riccardo Copreni e Andrea Sbarbaro sono due dei fondatori di Eclettica.

Com’è nata Eclettica?

“La fondazione legale - rispondono Copreni e Sbarbaro - avviene nel 2024 con 5 persone: Federico Fasulo, Lorenzo Maria Chierici, Johnny Vilca e noi due. Il primo passo è stato di Riccardo e Lorenzo nel 2021, organizzando un collettivo per prodursi i rispettivi corti. Il progetto si è evoluto e ora Eclettica ha un pezzo di ognuno di noi, sviluppando un nostro sguardo al cinema di genere. Curiamo i film dalla nascita alla distribuzione, facendo editing, produzione e post produzione. Il più delle volte si crea continuità con i registi con cui lavoriamo, diremmo che Francesco Manzato, Tommaso Frangini, Francesco Carlo Lorenzini e Antonio Donato sono della scuderia Eclettica, perché partecipano alla vita intorno alla casa, dai festival alle uscite il sabato sera. Ci sono anche collaborazioni con persone fisse per fare una crew che si ripete nei set”.

Perché avete scelto Milano?

AS: “Banalmente perché siamo tutti più o meno di qui. È la città che abbiamo vissuto, un luogo che nel bene e nel male abbiamo dentro. Spiace che una città così sviluppata economicamente sia cinematograficamente poco rilevante, soprattutto produttivamente. Ci siamo posti il problema: affermare la nostra esistenza di produzione milanese è possibile? Pensiamo di sì. Il punto non è raccontare Milano, alcuni registi hanno sì una connotazione territoriale, ma ci riferiamo a un certo tipo di immaginario, di memoria milanese che penso emerga dalla realtà Eclettica”.

RC: “Questo nascere decentrati ci ha permesso di essere più liberi produttivamente e artisticamente, anche di posizionarci nel mercato come “i milanesi”. Aggiungo che mi sembra stia nascendo una scena milanese: altre case, la rivista Filmidee, Tafano cinema e non solo. Ci contaminiamo, con elementi coerenti e in cui ci riconosciamo”.

Cosa vuol dire per Eclettica la vittoria di Nero Argento alla SIC?

AS: “Sicuramente è il riconoscimento più alto che abbiamo avuto. Anche solo la selezione da un festival così attenzionato ci ha portato tanto, altre rassegne ci chiedono Nero Argento e Sans Dieu. La vera conquista è stata avere due corti in concorso, il premio è una conferma del nostro lavoro”.

Voi due come registi avete dato recentemente i natali a un corto, “154”, in cui recita un grande nome come Giovanni Storti: com’è andata?

RC: “L’abbiamo finito ad aprile, con una troupe di Milano, prodotto con We Shorts. Sta girando tanto, sia all’estero che in Italia. Da subito avevamo pensato a Giovanni, con cui Andrea aveva lavorato. Lui si è dimostrato interessato a recitare in una storia di fantascienza. Forse si è gasato perché ha lavorato in un film diverso dal suo solito, inoltre è appassionato di fantascienza, cosa che non sapevamo. Stiamo sviluppando un’espansione di 154”.

C’è un lungometraggio nel futuro?

RC: “Questo è l’obiettivo dell’anno prossimo. Stiamo lavorando in questa direzione con qualche progetto, uno di Lorenzo Chierici con cui speriamo di andare sul set entro un anno. Progetti in gran parte portati avanti in forma ibrida, perché non abbiamo né l’esperienza né le capacità finanziarie per produrre un lungo completamente da soli: stiamo costruendo rapporti con altre realtà di Roma, Venezia, Torino”.