Il dibattito sull’allarme sicurezza a Milano ha generato un calderone di video, post e commenti online che nell’ultimo semestre ha conosciuto un’esplosione, crescendo di quasi il 50%. Ne emerge sui social un ritratto non lusinghiero della metropoli, da "Gotham City". A rivelarlo un report in esclusiva fornito da Reputation Manager, società specializzata in gestione della reputazione online, che ha analizzato il volume di conversazioni online pubblicate nell’ultimo anno (nel periodo fra il 20 ottobre 2022 e il 20 ottobre 2023) sulla sicurezza nel capoluogo lombardo: si contano oltre 54.800 mila contenuti in merito nei 12 mesi analizzati.
"Il numero di conversazioni online (social e notizie) sul tema, cresciuto del 46,7% nel semestre aprile-ottobre 2023 rispetto al periodo semestrale precedente, non solo conferma la crescita dell’attenzione mediatica e degli utenti del web alle tematiche legate alla criminalità nel capoluogo lombardo, ma esprime un grido di allarme da parte della popolazione che non è mai inventato" sottolinea Andrea Barchiesi, founder e ceo di Reputation Manager. "Sarebbe un errore infatti pensare che il fenomeno sia "pompato" ad arte da una fazione politica o dalla potenza di un algoritmo. Per incendiare la comunicazione a questo livello bisogna andare nella stessa direzione in cui il vento del comune sentire già tira. La massa infatti non è manipolabile se non nella direzione in cui è già sensibile" sottolinea l’esperto.
"Quello che emerge – prosegue Barchiesi - da un punto di vista reputazionale è una percezione molto negativa di Milano. Nel web, come un fiume carsico, il racconto di episodi di microcriminalità è continuo, con testimonianze del cittadino diventato anche reporter attraverso video, post e commenti. Il fenomeno è potente perché ciascun contenuto social genera visualizzazioni di ordine esponenziale.
Ne deriva una narrazione parallela e sostitutiva, dal momento che questo stato di insicurezza, percepito come forte, non trova sempre puntale riscontro sui media tradizionali e tg che si concentrano solo sui casi più eclatanti". Solo su TikTok, in un solo mese (20 settembre-20 ottobre), secondo l’analisi di Reputation Manager, centinaia di video sul tema hanno generato 13 milioni di visualizzazioni.
Delle denunce rilevate online in un mese, il 70% indica precise cause e responsabili, impattando sulla percezione negativa della sicurezza in città per quasi il 68%. Per quasi il 40% (39,8%) la colpa è degli stranieri, "soprattutto in relazione ai casi di stupro, spaccio, rapina e borseggio condivisi sui social, ma anche con riferimento all’allarme terrorismo, amplificato sulle piattaforme a seguito degli ultimi sviluppi del conflitto a Gaza. Dopo gli stranieri, il più accusato è il sindaco di Milano, Beppe Sala, rinominato "Al Salah" da alcuni utenti che lo percepiscono e descrivono come una porta aperta all’immigrazione.
Il 31,5% degli articoli, dei post e dei commenti analizzati indica il primo cittadino e la sua amministrazione come principali responsabili del problema sicurezza, spesso insieme – per estensione – alla loro forza politica di appartenenza. I cittadini invece che traslano questa responsabilità sulla politica nazionale producono il 18,2% dei contenuti. All’interno della categoria, ci sono sia simpatizzanti di Meloni e Salvini che colpevolizzano le forze politiche di sinistra sia utenti filo-opposizione che sottolineano come la sicurezza sia responsabilità del prefetto e quindi del governo, non di Sala" conclude la sintesi del Report.