NICOLA PALMA
Cronaca

Branco aggredisce senza motivo in Corso Como, 8 coltellate: “Vi uccidiamo”. Chi sono i violenti

Grave un ventunenne colpito per otto volte alla schiena: fuori pericolo. Ferito pure l’amico che festeggiava il compleanno. Tre arresti della polizia: presi due fratelli marocchini di 16 e 17 anni e un coetaneo di Quarto Oggiaro

Controlli di polizia

Controlli di polizia

Ore 2.20 di ieri, corso Como. Marco e Giacomo (nomi di fantasia) sono lì con le fidanzate e altri amici: poche ore prima, il più grande dei due ha festeggiato il ventiduesimo compleanno; sono arrivati da Baranzate per far serata. All’improvviso, piomba sulla scena un gruppo di una decina di ragazzi: jeans e felpe, si avvicinano compatti, sfidano apertamente gli sconosciuti. In due hanno le lame in mano. Uno si rivolge a Marco e gli dice: "Ora ti accoltello".

Passano pochi secondi, e la minaccia si tramuta drammaticamente in realtà: il ventunenne viene accerchiato, picchiato e colpito alla schiena da otto fendenti; uno lesiona pure un polmone. Nel mirino finisce pure Giacomo, che viene ferito di striscio al dito medio della mano sinistra.

Questione di attimi, in un amen è finito tutto: un ragazzo a terra, con la maglia che si colora di rosso e le urla di chi gli sta attorno; il gruppo di aggressori che si allontana di corsa. È la ricostruzione dell’agguato choc avvenuto ieri notte in una delle vie storicamente più frequentate della movida milanese. Un agguato che poteva costare carissimo a Marco: ricoverato d’urgenza al Fatebenefratelli, i primi bollettini medici hanno per fortuna escluso il pericolo di vita, anche se le sue condizioni vengono costantemente monitorate e la prognosi resta riservata.

La caccia al branco scatta immediatamente, anche perché proprio in quelle ore la polizia sta svolgendo un servizio di controllo straordinario proprio tra Porta Venezia e corso Como, che si concluderà con 33 sanzioni per violazioni al Codice della strada e sei irregolari accompagnati in Questura.

I testimoni forniscono un identikit piuttosto preciso degli aggressori: tre di loro, stando a quanto poi verificato, percorrono di corsa viale Pasubio, per poi tornare indietro da via Bonnet e via de Tocqueville. Gli agenti del commissariato Garibaldi Venezia, guidati dal dirigente Angelo De Simone, li bloccano in via de Cristoforis, a poche decine di metri dal luogo del blitz a mano armata. A valle degli accertamenti investigativi, vengono arrestati con l’accusa di tentato omicidio e portati al Beccaria d’intesa con il pm di turno della Procura per i minorenni.

Chi sono? L’adolescente che avrebbe materialmente sferrato le coltellate, almeno secondo le prime informazioni, è un diciassettenne di origini marocchine, in Italia da minore straniero non accompagnato come il fratello sedicenne a sua volta finito in cella. Entrambi erano già in comunità come misura alternativa alla detenzione in carcere per reati precedenti, furti e rapine in particolare. Il terzo complice, anche con lui con precedenti, è un sedicenne nato in Italia da genitori di origine brasiliana e vive in zona Quarto Oggiaro.

Le indagini degli investigatori di via Schiaparelli sono ancora in corso per identificare gli altri complici, che sono riusciti ad allontanarsi: un aiuto potrebbe arrivare dalle immagini delle telecamere e dai resoconti di precedenti controlli in zona corso Como. Sì, perché il gruppo di cui facevano parte i tre era già stato notato in zona, anche se non si era reso protagonista nel recente passato di episodi violenti.

Da tempo, l’attenzione delle forze dell’ordine è concentrata sull’area che comprende la stazione Garibaldi, la Biblioteca degli alberi e piazza Gae Aulenti, per monitorare le bande di ragazzini che le frequentano sin dal pomeriggio e che spesso entrano in azione per rubare o rapinare.

L’approccio del branco di ieri notte ha ricordato quello di chi vuole creare caos per poi puntare a collanine e cellulari, ma la dinamica fa pensare che in quest’occasione gli aggressori non avessero l’obiettivo di una razzia, quanto quello di far male e basta. Fino a mettere a rischio la vita di un ragazzo.