
Il Duomo
Milano - La Madonnina non si tocca. L’unica volta (dal dopoguerra) che era rimasta senza luce per un piccolo intervento di manutenzione - il 13 febbraio del 2017 - c’era stata una ’sollevazione’ popolare, con decine di chiamate di milanesi preoccupati. Ma in tempi “bui“ anche la Diocesi più grande d’Italia deve correre ai ripari per risparmiare un po’ di preziosa energia e contenere bollette che schizzano alle stelle. Dalle piccole chiese al suo simbolo, il Duomo, con i suoi 40 chilometri di cavi e una bolletta che adesso oscilla tra i 15mila e i 20mila euro al mese. "Che non è poi molto se si pensa che c’è un cantiere che dal 1886 non si è mai fermato", sottolinea Pietro Palladino, docente del Politecnico di Milano, progettista dell’impianto di illuminazione e della rete elettrica del Duomo. "Avevamo già previsto lo scenario, l’energia elettrica costerà sempre di più, così nel 2015 abbiamo rifatto tutto l’impianto interno, che adesso consuma meno della metà", sottolinea Palladino. Luci Led e "intelligenti", regolabili in base al giorno della settimana, alle cerimonie liturgiche e anche alla luce naturale, l’impianto è stato "capillarizzato" per evitare sprechi. Ciò non toglie qualche "taglio" extra.
«Le vetrate erano retroilluminate dalle 19 alle 7 del mattino, adesso si spengono all’una di notte", spiega Palladino, ricordando che quando "la città era in ginocchio per la pandemia, si era invece deciso di accendere tutto il Duomo, cuore di Milano che pulsa". Intanto per far fronte a spese, rincari e alimentare il cantiere infinito la Veneranda Fabbrica, presieduta da Fedele Confalonieri, confida nei turisti ritrovati e continua ad affidarsi alla generosità dei milanesi, che dal 2020 hanno "adottato" 23 statue (l’ultima - Sansone in lotta con il leone - è adesso in casa Deloitte, in via Tortona); in 10 anni una cinquantina le guglie adottate per oltre 7,5 milioni di euro, di cui circa 800mila euro frutto di piccole donazioni. Tornando all’illuminazione della Cattedrale, la parte esterna - abside e facciata - segue invece il percorso (e le indicazioni) dell’illuminazione pubblica.
Cercano di fare fronte comune le parrocchie, che dopodomani si raduneranno in curia con l’arcivescovo. Le bollette iniziano già a pesare parecchio e l’inverno fa paura (alla Beata Vergine Assunta di Bruzzano, nel settembre 2021 si spendevano 300 euro per 1.272 kilowattora di elettricità, ora 1.070). "Con la crisi energetica si rende necessario ripensare gli stili di vita, anche nell’ambito della comunità ecclesiale", la premessa della Diocesi. Sotto la lente spunti per limitare gli sprechi in chiesa, negli oratori, nei cinema e inviti ad allearsi per strappare condizioni migliori, come hanno già fatto 800 parrocchie riunite nel Gruppo d’acquisto diocesano.
Tutte hanno già adottato qualche strategia: "Non c’è alternativa al contenimento dei consumi - ricorda Daniele Ferrari, presidente del Gad – si evita il salone per le attività ricreative e la catechesi, privilegiando le aule più piccole. Negli oratori che hanno campi da calcio c’è chi non utilizza le docce per i più piccoli. Le chiese più grandi spostano le funzioni nelle cappelle". Una delle parrocchie di Legnano sta leggendo i contatori ogni settimana e sperimentando sul campo dove convenga tagliare, la Basilica di San Marco sta ottimizzando i locali. C’è chi pensa di spegnere facciate e campanili. Altri - come il “Matitone“ di Lecco, della Basilica di San Nicolò - sono ancora più illuminati, ma c’è il segreto: nuovo impianto Led, si è passati da 13.800 W a 3.194 W. "Più luce, meno costi - dice il parroco, don Davide Milani -. Già siamo in recessione, non spegniamo la speranza".