Due ore di sciopero per dire basta ai lutti

Impennata degli infortuni. I sindacalisti dei metalmeccanici: anche questa è una guerra dove le vittime sono da una parte sola

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Due ore di sciopero per ricordare Rosario Frisina e le altre vittime sul lavoro. I metalmeccanici milanesi martedì si fermano per "dire basta alla strage". La morte del caporeparto dell’Elettromeccanica Bonato a Gorgonzola è un pugno allo stomaco alla vigilia del Primo Maggio, "Una festa insanguinata".

"Anche questa è una guerra dove le vittime sono da una parte sola – dicono i segretari Marco Giglio (Fim-Cisl Milano Metropoli), Roberta Turi (Fiom-Cgil Milano) e Vittorio Sarti (Uilm-Uil Milano Monza Brianza) –. L’indagine ci spiegherà cosa è successo, ma non c’è bisogno di aspettare i risultati dell’inchiesta per dire che se un lavoratore muore intrappolato e schiacciato da un tornio vuol dire che le misure di sicurezza non sono adeguate. Le aziende non possono essere trincee e gli operai vittime sacrificabili. La situazione sta peggiorando".

"Negli ultimi mesi – aggiungono – a causa delle difficoltà nel reperire le materie prime nelle fabbriche si va avanti a singhiozzo e quando l’attività riprende le imprese richiedono straordinari e i ritmi produttivi aumentano. Automaticamente si abbassa la guardia sulla sicurezza. Il copione si ripete e i dati parlano chiaro, gli infortuni sono in aumento. È inaccettabile, non possiamo restare a guardare".

Nei primi tre mesi dell’anno (gennaio-marzo) gli incidenti in Lombardia sono stati 38.154 (194.106 in Italia, 50,9% in più in un anno), in aumento del 59,6% rispetto al 2021 i morti 35 (189 nel Paese). Proprio ieri, mentre Frisina finiva nella macchina-assassina, a Milano, Cgil, Cisl e Uil erano al teatro Strehler per celebrare, insieme ad artisti e dipendenti, la Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro.

"Le nostre proposte per invertire la rotta non sono state quasi mai ascoltate e pochissime volte si sono tradotte in azioni concrete – spiegano i sindacalisti –. Questa nuova tragedia sarà l’occasione per richiedere un incontro urgente ad Assolombarda e fare il punto sul ricorso alle nuove norme su salute e sicurezza previste dal contratto nazionale poco applicate nei reparti". La protesta del 3 maggio servirà a organizzare "assemblee per discutere di come tutelarsi. Lo faremo in tutte le metalmeccaniche della provincia. Un grande coro per dire basta a questa scia di dolore".

Bar.Cal.

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