
di Simona Ballatore
Si sono conosciuti a 11 anni, erano in classe insieme alle medie, sono compagni di vita dalla fine delle superiori e insieme hanno deciso di dire addio al posto fisso e alle rispettive carriere ben avviate per inseguire un sogno comune: “Bella dentro“. È la storia di Camilla Archi e di Luca Bolognesi, che di anni oggi ne hanno 32. Questa sera saranno tra i protagonisti di “A qualcuno piace green”, il nuovo fomat in onda su laF (Sky 135) con il biologo marino e divulgatore scientifico Raffaele Di Placido, un viaggio nell’Italia virtuosa sui temi ambientali e di sostenibilità.
Lei, con alle spalle una laurea in Lettere a Bologna, a parte la parentesi universitaria non ha mai lasciato Milano dove lavorava per la pubblicità e le iniziative speciali di una casa editrice americana. Lui, una laurea in Economia in Inghilterra, ha sempre lavorato all’estero ed era marketing manager di una grande multinazionale. Avevano entrambi un bel lavoro, ma anche un pallino: "Creare qualcosa di nostro". Così, dopo 10 anni, Luca ha deciso di ridurre i chilometri di distanza. "E siamo finiti in due sull’apecar", scherza Camilla. Tempo due settimane si sono licenziati: "Perché non potevamo farlo per hobby, era una scelta di vita e andava studiata bene". Galeotto fu National Geographic: "Sono rimasta folgorata da un servizio sulla filiera ortofrutticola e su quanto incidesse, al momento del raccolto, la questione estetica. Il problema dello scarto mi ha toccata, dovevamo partire da lì". Così si sono messi ad analizzare la filiera agricola tradizionale, i meccanismi della grande distribuzione, hanno fatto tappa per diversi mesi nel "frutteto d’Italia" - l’Emilia Romagna - per seguire i raccolti e “salvare“ la frutta e verdura brutta fuori ma deliziosa.
Tornati a Milano hanno dato vita a “Bella dentro“: "Abbiamo iniziato comprando a prezzo equo i frutti e la verdura che venivano scartati per questioni estetiche. Un modo per valorizzare il prodotto e ridare il giusto valore al produttore", raccontano. E hanno iniziato a girare con la loro apecar. "Dopo un anno e mezzo di sperimentazione e segnali positivi siamo passati alla Fase 2", annuncia Camilla: ovvero l’apertura di un punto vendita in via Pergolesi. Alzerà la saracinesca a giorni, mancano solo i mobili. L’“Ape“ rivestito di erba darà il benvenuto all’ingresso. Il Covid che si è messo certo in mezzo - l’obiettivo era aprir bottega ad aprile - non li ha fatti desistere e tornare indietro. Continueranno a vendere sia la loro frutta e verdura bella dentro, che i prodotti trasformati. Hanno un laboratorio su cui si appoggiano - L’Officina, in quel di Codogno - per superare i limiti della deperibilità. Al lavoro nel laboratorio persone con forme di autismo o ritardo cognitivo. Per allungare la vita alla frutta la si trasforma i confetture, succhi, oppure la si essicca. "Il Covid ha dato un duro colpo a tutti - sottolinea Camilla - ma l’agricoltura non si è mai fermata né si fermerà. I negozi di prossimità, tempo fa anacronistici, rivendicano la loro importanza". In tutto questo, Milano non fa solo da cornice: "È terreno fertile".