Dopo tre mesi mamma Alona abbraccia i figli fuggiti dalla guerra

Mariia e Roman, di 10 e 12 anni, fuggiti dall’Ucraina sono ospitati da una famiglia di Assago. I piccoli si sono ambientati molto bene grazie all’aiuto ricevuto a scuola e dalle associazioni

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di Francesca Grillo

Novecento chilometri di viaggio. Prima gli interminabili in autobus, poi un volo da Cracovia fino a Milano. L’ultima manciata di chilometri, fino ad Assago, è stata la più emozionante per Alona, la mamma di Mariia e Roman, i bambini di 10 e 12 anni ucraini ospiti di una famiglia di Assago. La sorpresa al parco giochi Padre Pio in via Matteotti ha emozionato tutti. Alona è scesa dalla macchina della polizia locale che l’ha accompagnata al punto concordato per la sorpresa e poi è corsa ad abbracciare i figli che non vedeva da tre mesi esatti.

Da quando a inizio marzo li aveva salutati prima di farli partire con le auto delle famiglie generose che avevano organizzato in poche ore una spedizione per aiutare una dozzina di profughi, tra bambini, ragazzi, mamme e nonne. A bordo dell’auto dell’assessore alla Sicurezza Marco La Rosa, partito insieme ad altri genitori e a due agenti della polizia locale, sono saliti Mariia, Roman e la nonna, mentre il papà e mamma Alona sono dovuti rimanere in Ucraina. In tre mesi i due bambini si sono ambientati "alla grande – sorride La Rosa –, grazie a un corpo docenti straordinario, al personale scolastico, al sostegno delle altre famiglie che si sono messe a disposizione per tutti i ragazzi arrivati, grazie anche alle associazioni, come la Galbiati di ciclismo che è riuscita a mettersi in contatto con il gruppo di ciclismo in Ucraina dove pedalavano alcuni dei ragazzi che abbiamo aiutato". Alona, sotto gli occhi commossi delle maestre e dei compagni di classe dei bambini, è riuscita a riabbracciare i figli. Staranno qui ancora qualche giorno, poi si ricongiungeranno al papà in Ucraina, con una consapevolezza: "Qui avranno sempre un posto dove stare - assicura l’assessore -. Abbiamo sbrigato le pratiche dei permessi di soggiorno, quindi possono tornare quando vogliono. La situazione nella loro città è più tranquilla, anche se continua a suonare la campana di allarme per l’allerta bombardamenti. Mariia ha ricominciato i corsi di ginnastica artistica: è un talento. Roman continua con il ciclismo ed è bravissimo". Si torna a casa, ma la famiglia, così come gli altri ragazzi più grandi che hanno iniziato le superiori a Corsico, ha intenzione di farsi una nuova vita qui in Italia. Anche perché "hanno trovato un’accoglienza strepitosa – ancora La Rosa –. Entrambi i bambini che abbiamo ospitato a casa vorrebbero continuare il percorso scolastico qui a settembre. Qualsiasi cosa decida la famiglia, sanno che potranno contare sempre su di noi".

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