GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

Dopo la morte di Caputo. Oggi protesta dei ciclisti. Nuovo codice, lite Pd-Lega

Associazioni e cittadini si ritroveranno in via Soperga: "Basta vite perse". I dem: le norme di Salvini aumenteranno la pericolosità. Carroccio in rivolta.

Il luogo dove è morto Francesco Caputo in seguito all’urto con la portiera di un’auto

Il luogo dove è morto Francesco Caputo in seguito all’urto con la portiera di un’auto

La morte di Francesco Caputo riaccende il dibattito sulla necessità di tutelare chi si sposta in città in bicicletta. Salentino, 35 anni, Caputo si è spento dopo essere stato in coma per una decina di giorni in seguito ai traumi riportati l’11 ottobre, quando si è scontrato con la portiera di un’auto, in via Soperga, all’incrocio con via Marocco, nei dintorni della stazione Centrale. L’automobilista è stato multato per non aver rispettato il divieto di fermata in vigore in quel punto della via ma anche per comportamento scorretto perché ha aperto la portiera senza accertarsi di non mettere a rischio l’incolumità altrui. Sarà indagato per omicidio stradale.

Da qui il presidio organizzato dall’associazione “Basta morti in strada“ per le 19.30 di oggi proprio in via Soperga all’angolo con via Marocco. Ma non solo. Il Pd lombardo, per voce della segretaria Silvia Roggiani e del consigliere regionale Paolo Romano ha a sua volta organizzato un incontro per domenica all’UpCycle Milano, in via Ampere 59 per affrontare il tema della riforma del Codice della strada, per parlare "di come cambiare la mobilità delle città per renderle più sicure per tutti, ma soprattutto per pedoni, ciclisti e utenti deboli". L’obiettivo è quello di "scrivere insieme una contro-proposta alla folle riforma del ministro Matteo Salvini. Le persone morte in strada – affermano Roggiani e Romano – in Italia sono tantissime, troppe, e c’è ancora molto da fare a livello nazionale e locale, soprattutto di fronte ad un Governo che, con la riforma Salvini, di fatto rende più pericolose le nostre strade. Bisogna però partire da un dato certo: Francesco Caputo non è stato ucciso da una portiera, così come altre vittime non sono state uccise da un’auto. Sono state uccise da persone, che hanno tenuto comportamenti scorretti. Se non partiamo da qui – concludono i due Democratici – non ci sarà mai un vero cambiamento culturale".

L’iniziativa e le dichiarazioni dei Dem provocano la reazione dei leghisti in difesa del ministro nonché segretario federale del loro partito. "Attribuire al nuovo Codice della Strada, che ancora non è stato approvato in Parlamento, e a Matteo Salvini una qualche responsabilità per la morte di Francesco Caruso, vittima di un incidente in via Soperga mentre era in sella alla sua bicicletta che ha urtato una portiera aperta, è l’ultima folle sparata da sciacalli del Partito Democratico milanese e lombardo. Speculare sulla morte di una persona per un bieco attacco politico è quanto di più squallido possa accadere. Chiediamo al Pd di scusarsi con il ministro Salvini e con la famiglia stessa della vittima per questa folle strumentalizzazione irrispettosa soprattutto per chi ha perso un proprio caro", dichiara Samuele Piscina, segretario provinciale della Lega e consigliere comunale.

Di tono analogo le parole del capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino, Alessandro Verri: "Queste facce di bronzo della maggioranza in Comune stanno spargendo menzogne per adombrare il fallimento delle politiche sulla viabilità della Giunta Sala, sostenute da provvedimenti ideologici all’ennesima potenza, anacronistici e che vanno dalla parte opposta alla sicurezza dei pedoni e dei ciclisti come le pericolose e scellerate piste ciclabili". Per tutelare i ciclisti la Giunta comunale ha previsto l’obbligo dei sensori anti-angolo cieco a bordo dei mezzi pesanti e istituito una task force ad hoc della polizia locale. D’altro canto, un assessore comunale, Marco Granelli, potrebbe essere rinviato a giudizio con l’accusa di aver avallato una pista ciclabile non a norma in via Sforza. Un tema sensibile, la mobilità.