FEDERICA PACELLA
Cronaca

Donne e lavoro, ancora qualifiche e retribuzioni più basse rispetto agli uomini: “Troppo distanti dalla parità”

Le rilevazioni relative agli ultimi due bienni mostrano un forte divario di genere. Gli uomini guadagnano in media il 15 per cento in più, maglia nera a Lecco e Cremona

Stipendi e qualifiche più bassi per le donne a partità di lavoro con i maschi

Stipendi e qualifiche più bassi per le donne a partità di lavoro con i maschi

Milano, 15 settembre 2023 –  Segregazione settoriale, minore presenza delle donne tra le qualifiche professionali più redditizie nonché nelle tipologie contrattuali più stabili e un divario salariale ancora a favore degli uomini.

Questo il quadro che emerge dalla nuova indagine sull’occupazione femminile e maschile nelle imprese in Lombardia con più di 50 dipendenti, rapporto di ricerca presentato ieri e promosso dall’Ufficio della Consigliera di parità regionale della Lombardia e dalla Direzione generale istruzione, formazione, lavoro, sui dati relativi alla rilevazione nei bienni 2018/2019 e 2020/2021. "I dati regionali e quelli nazionali – spiega la consigliera regionale di parità, Anna Maria Gandolfi – ci dicono che siamo ancora molto distanti dal raggiungimento della parità di genere e quindi, come Consigliere di parità, abbiamo ancora molto da fare. L’Ufficio delle Consigliere di parità regionali è sempre disponibile a collaborare con tutti gli stakeholder del territorio, sia per contrastare concretamente le discriminazioni di genere sul lavoro, sia per promuovere la Certificazione della parità di genere e le relative azioni positive, nel pieno sostegno dell’assessorato Istruzione, Formazione, Lavoro".

Tra i dati , che arrivano dall’analisi di 7.459 rapporti biennali delle imprese lombarde sopra i 50 dipendenti (che rappresentano circa la metà dei lavoratori in regione), colpisce la certificazione del divario salariale, che è in media del +14,8% a favore degli uomini. Se, infatti, la retribuzione lorda media per dipendente ammonta a 31.344 euro annui, per gli uomini l’importo sale a 33.135 euro, per le donne scende a 28.234 euro.

Tra le province , il gap più ampio è a Lecco (18,3%), seguita da Cremona (18,3%) e Bergamo (16,2%); Brescia registra un divario del 15,3%, Sondrio del 13,1%.

Guardando alla dimensione delle imprese, i divari salariali più bassi (14,2%) si registrano per le imprese più piccole, dove gli stipendi sono più contenuti, mentre il gap aumenta man mano che aumenta anche la dimensione aziendale.

Le cause sono indubbiamente complesse e - come rileva il rapporto - non sempre è agevole accedere ai dati, ma sono di certo connesse a numerosi fattori: tipologie contrattuali, carichi di lavoro familiari, interruzioni di lavoro, bassa presenza femminile nei settori a retribuzione più elevata, accesso a responsabilità manageriali. In particolare, guardando alle diverse categorie, il rapporto evidenzia come, nel biennio, la quota delle donne è più alta solo tra gli impiegati (il 54% nel 2021), mentre meno di un terzo del personale dirigente, che in media percepisce retribuzioni più elevate, appartiene al genere femminile (31,7% nel 2021).

Forte anche la segregazione settoriale: nell’industria il 74,7% dei lavoratori sono uomini, nell’edilizia le donne sono meno del 12%; dall’altra parte, nei servizi sociali e personali, il 74,2% è rappresentato da lavoratrici. Per quanto riguarda la tipologia di contratti, le donne hanno meno accesso al lavoro stabile: ogni 10 lavoratori a tempo indeterminato, ci sono 8 donne con lo stesso tipo di contratto.